lunedì 21 marzo 2011

Spazio progettuale

[63] Dopo avere, nel precedente postino, tentato una breve incursione in un futuro possibile, se non probabile, torniamo ora a un passato, meno problematico perché già sperimentato all’inizio del nostro percorso.

Ho a suo tempo cercato di rendere graficamente l’idea di progetto con una serie di cerchi concentrici, di cui quelli più esterni li ho chiamati ‘spazio progettuale esterno’ e quelli più interni ‘spazio progettuale interno’ (Indagini Metaculturali, Volume III, pag 39).


Questo per significare la collocazione temporale di ogni nostro progetto, legato al prima e al poi, agli antecedenti e alle conseguenze di ciò che progettiamo. Per una buona ed efficace progettazione è infatti essenziale un’approfondita conoscenza di ambedue questi spazi. Quante volte per esempio, nell’ansia di risolvere un problema, non teniamo conto del poi, come nel caso dello smaltimento di rifiuti o della produzione di energia!

Nel grafico degli anelli concentrici, quanti anelli dovremo attraversare per dichiarare affidabile un progetto?

Poiché possiamo pensare come infiniti questi anelli, bisognerà a un certo punto fermarsi per non perderci in UMC (Universo Metaculturale). Ed ecco un altro degli strumenti fondamentali di IMC: il concetto dell’arresto, essenziale per dare correttezza e fattibilità ai nostri progetti. Ma chi comanderà questo arresto? Dovrà farlo lo stesso progetto che ci siamo dati.

Un esempio di quanto appena detto.

Supponiamo di voler costruire una casa su un certo terreno. Per ‘spazio progettuale esterno’ intendo sostanzialmente il piano regolatore, eventuali vincoli paesaggistici o architettonici, le caratteristiche del terreno e dei materiali usati ecc., per ‘spazio progettuale interno’ l’impatto della costruzione nell’ambiente, il suo uso nel tempo, la sua utilità sociale. L’arresto fermerà l’indagine quando il progetto abbia soddisfatto le condizioni imposte dallo ‘spazio progettuale esterno’.

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