− Alle volte i postini li troviamo tematicamente isolati, ciascuno per conto suo, altre volte concatenati in serie più o meno lunghe. Perché? − Non so. Forse per variare (vedi numero 6).
− Probabilmente sì, come in questo caso. Ma quali sono i criteri tematici che ci permettono di costruire delle serie di postini?
− Penso che anche i criteri possono essere i più diversi …
− … e forse più o meno vincolanti.
− Spesso li troviamo dichiarati nel titolo stesso della serie. Qui per esempio: Diciannove postini su come si scrivono i postini.
− … o nella serie precedente: Dieci zoodialoghi coniugali, ben diversa da questa, anche come stile: didascalico nei diciannove, umoristico nei dieci.
− In questi neppure è sempre mantenuta la fedeltà al genere dichiarato: non sono tutti dialoghi.
− Quindi, dato un titolo, non è necessario tenergli fede?
− Che domande mi fai! Vedi leggi dappertutto. Se chi ha scritto quei postini e gli ha dato quel titolo, vuole che si corrispondano, bene; altrimenti notiamo che questo non accade e la cosa finisce lì.
− È come fare una promessa e poi non mantenerla.
− Direi: per poi non mantenerla. È una forte informazione aggiunta che riguarda il futuro, equivalente a: sta in guardia!
− Cioè: le parole possono dire più di quanto non dicano …
− … come in questo postino che appartiene alla serie dei diciannove pur parlando di tutt’altro.
− Già, perché poi diciannove e non venti?
− Perché sono finite le righe della pagina.
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