sabato 15 gennaio 2011

9. L'essenzialità



−Mi sembra logico affermare che, proprio per la loro brevità, i postini debbano rifuggire dal superfluo, dall’inutile ornamento, debbono cioè mirare all’essenzialità.
−Potrei dirmi d’accordo con te se sapesse distinguere che cosa in una comunicazione è essenziale da ciò che non lo è.
−Spesso nel parlare o nello scrivere rivestiamo il nocciolo che vogliamo comunicare di parole che lo lascerebbero intatto anche se non ci fossero. E di queste i postini, ma non solo loro, dovrebbero sapere fare a meno.
−Ma chi giudicherà di quali parole il parlante o lo scrivente avrebbe potuto fare a meno? Nel momento del comunicare, una parola che il ricevente considererà superflua potrebbe essere essenziale per il comunicante, oppure il contrario, Ciò che per l’uno è il vero contenuto del messaggio, non è detto lo sia anche per l’altro. Tutto dipende dal progetto comunicativo e da come viene interpretato ai suoi estremi.
−Bene, allora limitiamo a dire che, se un atto comunicativo volesse essere il meno ambiguo possibile, sia l’emittente sia il ricevente debbono considerarlo essenziale.

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