venerdì 24 maggio 2013

Qualche riflessione propedeutica a una mutazione culturale (xviii)




Natura inorganica (2012), di Macoto Murayama
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Negli ultimi decenni il Centro Metaculturale si è rivolto principalmente alle questioni epistemologiche e metodologiche di fondo nonché alla loro documentazione, anche divulgativa, riservando gli interventi formativi al mondo degli adulti, insegnanti soprattutto, nei più diversi settori scolastici, ma anche a livello amatoriale, dove si sono registrati risultati sui quali sarà opportuno tornare più in dettaglio.

Vuole l’impostazione culturale della nostra società e, credo, di quasi tutte le altre che nella vita umana venga riservato all’aspetto formativo solo un breve periodo, dopo di ché la vita adulta accantona questo problema, almeno ufficialmente, lasciandolo all’iniziativa privata senza neppure un’adeguata stimolazione. Anche in questo tuttavia è riscontrabile da qualche tempo, da quando cioè il lavoro retribuito è in forte crisi, un sensibile cambiamento. Si moltiplicano le iniziative di autoformazione, il volontariato cerca di riempire i vuoti lasciati dal lavoro che non c’è, l’interesse, e soprattutto dei giovani, si va rivolgendo ad altro che non il guadagno in termini monetari. Il potere economico assiste senza eccessivo entusiasmo a questo lento riappropriarsi, da parte del singolo, del potere decisionale in merito al suo stare al mondo. Gli indizi che ciò stia accadendo sono in effetti ancora deboli e non è certo detto che il mercato e il profitto stiano per cedere a una pressione che, oltretutto, non è riscontrabile dappertutto, ma piuttosto nei paesi colpiti dalla recessione che in quelli emergenti, in forte crescita economica. Tuttavia è nella recessione e non nella crescita che riponiamo oggi la nostra speranza.

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