sabato 11 maggio 2013

Qualche riflessione propedeutica a una mutazione culturale (xi)


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Neppure la politica è in questa sede l’obiettivo proprio della mia riflessione, bensì la didattica, una didattica comparativa, interdisciplinare, volta a mettere in rilievo le concordanze di pensiero piuttosto che le specificità. Il pensiero tiene conto anche di quello che l’attuale situazione privilegia, per ben note ragioni: i tentativi unificanti, anziché quelli divergenti; e così siamo interessati, nelle pratiche discorsive che la scuola promuove, in particolare alle convergenze procedurali tra attività in apparenza assai lontane. Così la composizione musicale sembra non avere niente in comune con quella grafico-pittorica, eppure fin dal 1979 abbiamo condotto in parallelo corsi di aggiornamento per insegnanti elementari con risultati assai convincenti. Pur non essendo direttamente confrontabili per l’eterogeneità dei materiali e dei sensi preposti alla loro fruizione, i prodotti hanno chiaramente mostrato l’analogia degli itinerari mentali percorsi e dei criteri comparativi utilizzati. Si va da quelli più basilari e intuitivi del tipo più/meno, uguale/diverso, a strutture complesse, la cui logica rivela buone analogie anche a un’analisi più approfondita. Le diversità di grammatica, perfino di linguaggio, non ostacolano il riconoscimento di quelle analogie, solo che l’attenzione sia indirizzata ad esse. Intere forme possono rendersi evidenti pur nella diversità sia dei materiali, sia della gestualità che le ha prodotte. Altrettanto variabile può essere la modalità produttiva senza che per questo venga alterata la logica percettiva. Un’identità viene percepita quale che sia l’organo che la percepisce.

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