giovedì 30 maggio 2013

Innumerevoli leggende ne parlano…



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Quella che abbiamo narrato non è l’unica leggenda sui postini. Poiché questi sono diffusi presso tutti i popoli, anche le leggende che ne parlano sono innumerevoli. Alcune hanno piuttosto l’aspetto di teorie filosofiche o di credenze religiose, ad esempio l’idealismo; altre si ammantano di rigore scientifico come la psicanalisi o la moderna analisi delle funzioni cerebrali; altre hanno carattere storico-documentario, altre infine ne perseguono lo studio fino ai livelli quantici. La maggior parte di coloro che se ne occupano non accetterà certo di chiamarle ‘leggende’ benché il loro livello di attendibilità non vada molto oltre. In particolare le nozioni che vengono trasmesse ai bambini dalla prima età scolare sono effettivamente piuttosto leggende che dati osservativi. Poco male, si dirà, dopo i dieci anni nessuno crede più ai sette nani. L’adulto crede però ad altre fiabe non meno incredibili, per il semplice fatto che il modello trasmissivo della fiaba si è ormai radicato in lui senza che la scuola o chi per lei si sia presa la briga di neutralizzarlo. Molto di ciò che la scuola insegna conserva il carattere fideistico dei primi ‘dati’ appresi. Ovviamente, non ci sarebbe niente di male se, assieme ai dati, venisse trasmessa anche la cornice ipotetica in cui il dato, ogni dato, si iscrive. Il bambino non può crescere in un universo ipotetico, privo di certezze, anche di quella che nulla vi sia di certo: ne va della sua solidità di individuo, di un corretto sviluppo della sua personalità che, senza punti sicuri di riferimento, rischia di perdersi in un universo isotropo, adirezionale. Ma allora, anziché soccorrerlo con immagini false e improbabili, non allenarlo a una ‘realtà’ probabilistica, unica ‘certezza’ di cui disponiamo. Gli verrebbero risparmiate molte delusioni, molti passi falsi e nel contempo lo vedremmo rafforzarsi nell’accettazione di un mondo privo di appigli che non si trovino in lui stesso. E l’individuo, la personalità forte e solida non può essere quella che si appoggia alla fede e neppure ai fatti, ma è quella che sa farne a meno…
C’è bisogno di personalità solide e forti?           
Non bastano le persone così come sono?

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