martedì 14 maggio 2013

Qualche riflessione propedeutica a una mutazione culturale (xiii)


Le esperienze condotte nell’ambito del nostro Centro per decenni sono documentate e sostenute anche teoricamente in una serie di opere, tuttora inedite dal titolo complessivo di Indagini metaculturali, curate da Fernando Sánchez Amillategui, e attualmente in corso di assemblaggio. La serie comprende anche trattazioni specifiche sui linguaggi musicale, verbale, grafico-pittorico, nonché abbondanti esemplificazioni. Tuttavia il presupposto didattico del nostro lavoro non è tanto la trasmissione –e il conseguente apprendimento– di nozioni e procedure, quanto la loro costruzione attraverso l’analisi e la riflessione. Il fine che ci proponiamo è l’attivazione produttiva della mente in direzione dell’autonomia. Il pensiero umano può assumere le forme più diverse, e c’è un libro della serie che ne tenta su basi empiriche e quasi tassonomiche una rassegna. Un altro libro, intitolato Metaparole, elenca un certo numero di parole, sulle quali, benché di uso corrente –o proprio per questo– non siamo usi riflettere. Preferiamo infatti, anziché guidarle, lasciarci guidare dalle parole che, non essendo in sé responsabili, lo fanno in direzioni che poi si rivelano dannose. Lo stesso accade con altri linguaggi, come la musica (che in un tempo brevissimo ha visto azzerarsi quasi del tutto le sue capacità emozionali ed espressive). Qualcuno dei libri delle Indagini metaculturali cerca, appunto, di indagare gli aspetti interni ed esterni delle trasformazioni avvenute nella cultura del momento. Parallelamente un libro, interamente dovuto a mia moglie, Paola Bučan, riferisce di un’esperienza condotta in una scuola primaria di Montopoli in Sabina (insegnante curricolare Adonella del Bufalo), esperienza che converge singolarmente con alcune correnti pittoriche delle avanguardie novecentesche. A proposito di queste, proprio l’esperienza di Montopoli ha fatto dire a qualcuno che l’arte contemporanea ha mancato proprio il suo ultimo passo, quello che l’avrebbe definitivamente democratizzata, sottraendola all’elitarismo delle avanguardie e restituendola alla funzione e alla pratica di base (Sánchez). Attualmente (2011) lo stesso Sánchez e un nostro amico e collaboratore, Oliver Wehlmann, stanno lavorando a un libro che coinvolge anche me come curatore, Convergenza e trasferibilità.

Ritengo che queste Indagini metaculturali possano servire, qualora fossero pubblicate, a una non superficiale riflessione sulla nostra cultura in così profonda crisi e sul modo di uscirne integri ancorché irreversibilmente modificati nei rapporti con i nostri consimili e con il pianeta che generosamente ci ospita ma è malamente ricambiato dal nostro egoismo e rapacità.

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