lunedì 9 maggio 2011

Thoma. Arte e letteratura


A Deaf Piano, di Markus Gradwohl

[96] Ho già detto degli inizi con Mahler e Mozart, in un certo senso inizio e fine (o meglio il contrario) del periodo ‘classico’ della musica europea. Per alcuni anni i nostri ascolti sono continuati, da un certo punto in poi accompagnati dallo studio del pianoforte e dell’improvvisazione ‘informale’. Poi ci fu il rifiuto, improvviso e totale, della musica. A stento sono riuscito a nascondergli il mio disappunto, ma credo di esserci riuscito. Appena un poco consolidata la conoscenza del tedesco (ero il unico a parlarglielo, ma pressoché esclusivamente) ho preso a leggergli tutti i giorni poesie e racconti da Goethe a Kafka, da Eichendorff a Thomas Mann. Ci davo giù pesante senza riguardo per la giovanissima età dell’ascoltatore, che dal canto suo sembrava accettare di buon grado questa quotidiana iniezione di alta letteratura per lui probabilmente incomprensibile.
Intorno ai dieci anni cominciò a osservare, poi a imitare l’attività grafico-pittorica della madre, ma con risultati assai diversi, che si sarebbero detti ‘promettenti’. Poi la scuola e le priorità della crescita e della cultura locale cancellarono tutto.

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