giovedì 12 maggio 2011

Paura


[99] Si era mosso da casa di buon ora, come era solito fare in montagna anche per una modesta passeggiata. Così quel giorno, in cui si era proposto di raggiungere un’altura distante non più di un’ora di cammino. Benché la giornata fosse splendida, i villeggianti evidentemente preferivano il tepore del letto ai caldi raggi del sole mattutino. La strada era deserta, solo si udiva il cinguettio degli uccelli e un abbaiar di cani in lontananza. “Proprio come piace a me” –mormorò tra sé e sé, inspirando voluttuosamente la fresca aria ancora primaverile– “e a tutti questi animali.” Vedeva infatti un branco di cinque o sei cani che si erano staccati dalla vetta come per corrergli incontro. La distanza era però considerevole, inoltre non c’era ragione che quei cani ce l’avessero con lui. Non amava i cani, secondo lui troppo asserviti alla specie umana per potersi fregiare di dignità canina, ma neppure li odiava. Gli erano indifferenti, come del resto aveva scarsa simpatia per tutti gli animali che avevano patteggiato la loro indipendenza per un pasto giornaliero assicurato. “Forse a questi gli è scaduto il patto del pasto” pensò abbozzando un sorriso di soddisfazione per il gioco di parole. Frattanto quelli si erano sensibilmente avvicinati e sembravano anche cresciuti di numero e di dimensioni. Erano grossi cani da pastore di razza maremmana, addestrati a proteggere le pecore dai lupi –così al meno gli avevano detto–, ma qui non c’erano né lupi né persone né altro essere vivente eccetto gli uccelli. Vuol dire che ce l’avevano proprio con lui e il loro continuo latrato non prometteva nulla di buono. Recentemente aveva letto di un villeggiante aggredito da due cani… Questi però erano almeno otto o dieci. Che fare? Tornare indietro non poteva, avrebbe dovuto correre, ma quelli erano certo più veloci di lui. Ripari non ne vedeva, e poi, a che sarebbero serviti. Fu preso dal panico e si mise a correre scompostamente, proprio incontro ai cani. Inciampò e cadde. Alcuni non riuscirono ad evitarlo e lo urtarono e, sempre abbaiando, lo scavalcarono. In un paio di secondi lo avevano sorpassato e li vide saltare festosi intorno a una bambina che stava salendo, non vista, dietro di lui.

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