sabato 7 maggio 2011

Tho.



[94] Poi, lentamente, cominciò a distinguere. Ma ecco una nuova difficoltà: i suoni che ‘parlavano’ non erano di un tipo solo ma di due, se non tre. Aveva cominciato a capire a che cosa servivano: servivano infatti a sostituire gli oggetti che si vedevano o si toccavano. Ma come li sostituivano? Non con altri oggetti che si vedevano o toccavano ma con delle sensazioni che si provavano con le orecchie, solo che le sensazioni non erano sempre le stesse. Più tardi avrebbe capito che appartenevano a tre ‘lingue’ diverse: italiano, tedesco, croato. Per ora era solo un gran pasticcio. Ma lui non si chiedeva perché le cose fossero così difficili. Gli animali –aveva cominciato a distinguerli dagli esseri umani– parlavano anche loro, ma in modo più semplice, almeno così sembrava. E anche le cose parlavano, ma solo se le si toccava. Alcune ripetevano sempre gli stessi suoni, altri ne avevano a disposizione parecchi, altri infine producevano insieme suoni e immagini. Il mondo era terribilmente complicato e ci sarebbero voluti anni per capirci qualcosa.

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