[Dialogante 1] … ed è l’idolatria
del progresso tecnologico, della crescita infinita.
[Dialogante 2] È un
argomento su cui siamo ritornati più volte, ben consapevoli di muoverci contro
corrente, anche se non senza compagni di viaggio.
[Dialogante 1] Il ‘progresso’
è da secoli l’ideologia dominante in Occidente e ha investito in tutti i suoi
rami anche il pensiero scientifico e i suoi derivati nella pratica, appunto la
tecnologia. Quale ne è il motore?
[Dialogante 2] Possiamo
nominare almeno quattro:
– un motore innato verso il ‘di più’
– un motore verso migliori condizioni di vita
– il motore della competizione e della supremazia
– il motore economico.
– un motore innato verso il ‘di più’
– un motore verso migliori condizioni di vita
– il motore della competizione e della supremazia
– il motore economico.
I
primi tre si trovano in embrione anche nel mondo animale e forse addirittura in
quello vegetale.
Il
motore economico lo si ritiene specifico della specie umana, benché
probabilmente derivato dai primi tre.
[Dialogante 1] Tutti e
quattro questi motori non sono di per sé dannosi per la nostra specie fin
quando il loro rendimento non supera una certa soglia. Ora però tale soglia è
superata da un pezzo e gli stessi motori lavorano per la nostra rovina.
[Dialogante 2] Ce ne siamo
accorti, ma non riusciamo a fermarli.
[Dialogante 1] O piuttosto
non vogliamo, perché i vantaggi che alcuni di noi – non certo tutti – ricavano
dal loro pieno funzionamento sono nell’immediato tali da oscurare un futuro
assai meno gradevole, questo sì per tutti.
[Dialogante 2] E più si va
avanti, più è difficile fermarli, questi motori, o anche solo ridurne il
rendimento sotto la soglia della tollerabilità.
[Dialogante 1] Tollerabilità
per chi?
[Dialogante 2] Per tutti
coloro che da quel rendimento ricavano solo danni.
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