[Vorrei cominciare questa ventunesima
sestina con qualche riflessione – in senso proprio – sul mio attuale modo di
scrivere:
–
Considerando la mia età (84), è abbastanza naturale che
non abbia la scioltezza di un tempo,
–
e neppure l’inventiva, posto che questa sia necessaria
per le cose che scrivo.
–
Servirebbe piuttosto un controllo, diciamo così,
scientifico, ottenibile mediante il confronto con posizioni più autorevoli
della mia, ma l’età e la pigrizia mi impediscono di acquisire le necessarie
informazioni.
–
Dato il mio attaccamento a IMC, le argomentazioni messe
in campo sono per lo più sempre la stessa, più o meno variata o mascherata.
–
Questo, però, non contraddice i miei intenti, giacché la
stessa IMC si basa, più che sulla diversità degli argomenti, sulla infinita
variabilità di poche proposizioni fondamentali, esse stesse facilmente
riconducibili alle definizioni primarie.
–
La variabilità tuttavia non è sufficientemente garantita
dall’espressione.
–
Il linguaggio appare indebolito rispetto agli scritti
precedenti e non più consono alla brevità quasi aforistica dei testi.
–
Minore è anche la cura della loro composizione sia
singolarmente che nei raggruppamenti.
– –
In parte questa semplificazione e apparente trascuratezza
(che mi costa spesso un lavoro aggiuntivo) si devono al carattere ‘di base’ di
molti dei miei scritti successivi a Musica-società[1].
Per altro verso non è estranea a questa trascuratezza una certa, forse
comprensibile fretta.
–
Nonostante questa e altre manchevolezze, spero che i
pochi lettori di questi nuovi ‘dialoghi fittizi’[2]
provino qualche interesse e soprattutto si sentano stimolati a produrne di
propri, che potrebbero trovare posto in un’eventuale edizione ampliata di
quelli qui raccolti.]
[1] Vedi
[1] Musica-società
nel Volume I – Prodromi delle Indagini
metaculturali.
[2] Vedi
[15] Dialoghi
fittizi nel Volume V – Applicazioni
comunicative delle Indagini metaculturali.
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