[Dialogante 2] Perché un
libro, un altro libro dopo tutti quelli che, in un mono o nell’altro parlano di
IMC? Non basterebbe la diffusione via internet,
come per i Postini, probabilmente più consona alla veste aforistica?
[Dialogante 1] Anche i Postini,
comunque, mi piacerebbe – e credo tu sia d’accordo – vederli raccolti in un
volume. Sarà senz’altro la portata di una millenaria ‘cultura del libro’, ma la
soddisfazione di tenere in mano un oggetto di propria fattura è altra cosa che
vedere apparire e scomparire il fantasma su una superficie luminosa incapace di
trattenerlo.
[Dialogante 2] Debolezza
forse perdonabile dopo mesi di fatica per assemblarlo.
[Dialogante 1] Nonostante
il computer e l’infinita replicabilità, il libro resta ancora un oggetto di
grande attrattiva sia per chi intende scriverlo, sia per chi vuole leggerlo o
anche solo possederlo.
[Dialogante 2] Il libro,
come tutti gli oggetti solidi, dà l’illusione dell’eternità, mentre sappiamo
che nel migliore dei casi non supererà la durata di qualche decennio.
[Dialogante 1] Ma il
contenuto, quello sì potrebbe sopravvivere per secoli…
[Dialogante 2] … anche se
nella stragrande maggioranza dei casi deperisce più presto del libro stesso.
[Dialogante 1] A noi
tuttavia spesso basta averlo tenuto in mano o visto allineato su uno scaffale
per placare la nostra vanità.
[Dialogante 2] Exegi monumentum aere perennius[1]…
Orazio non nasconde la sua vanità, perché dovremmo farlo noi?
Orazio non nasconde la sua vanità, perché dovremmo farlo noi?
[Dialogante 1] Ed eccoci
alle prese con questa Tratta. Ma ci è rimasta ancora ‘sostanza’ sufficiente da
riempire un nuovo libro di impostazione metaculturale?
[Dialogante 2] Spero che il
problema non sia la ‘sostanza’, che è possibile attingere a nostro piacere dall’intera
biblioteca mondiale della cultura da rivisitare metaculturalmente. Il problema
è la nostra limitatezza. Ma anche questa non è un problema.
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