mercoledì 30 marzo 2016

Tratta XXXVII.6 – Un'ipotetica normalità

 
[Dialogante 1] Sono del tutto consapevole che un nostro corso di formazione metaculturale, seppure se riusciremo a farlo, non sarà che una prima scarsa approssimazione a un’ipotetica normalità. Si tratterebbe infatti di una ‘normalità’ alquanto diversa da quella inveterata da millenni: basata non più sul sapere ma sull’esercizio del pensiero.
[Dialogante 2] naturalmente alimentato dal sapere, non più o non solo inteso come accostamento alla verità, ma come strumentario di una palestra del pensiero. 
[Dialogante 1] D’altronde anche l’accrescimento del sapere dipende dalla produttività della mente e questa produttività ha bisogno di essere continuamente esercitata…
[Dialogante 2] … e non tanto dal ‘sapere’ quanto dal ‘pensare’.
Così la produttività di una casa automobilistica si misura più sulla capacità di rinnovare i suoi modelli che sul numero di esemplari venduti di uno stesso modello.
[Dialogante 1] C’è però anche il caso di un modello che ‘tiene il mercato’ per parecchi anni come il Maggiolino della Volkswagen o la 500 Fiat.
[Dialogante 2] Se è per questo anche l’istruzione basata sul sapere si è perpetuata per millenni, Aristotele e Tommaso docent
[Dialogante 1] … e anche per l’istruzione è arrivato il momento di cambiare modello. 
[Dialogante 2] Ma non c’è da spaventarsi: il modello metaculturale non stravolge quello precedente ma lo accoglie in toto aggiungendovi solo la riflessività metaculturale…
[Dialogante 1] … che però non è poco, visto che ci sono voluti millenni per raggiungerla, e ancora oggi le resistenze religioso-ideologiche sono assai forti.
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[Dialogante 2] Scusa ma sei sicuro che siamo sul binario giusto?
[Dialogante 1] E come potrei? Non abbiamo altra garanzia che il nostro pensiero.
[Dialogante 2] E ti pare poco?
[Dialogante 1] Ma il pensiero di quelli che non sono d’accordo? 

[Dialogante 2] Pazienza, nient’altro che pazienza!

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