mercoledì 16 marzo 2016

Tratta XXXVI.6 – Raggiunta l’età della ragione


[Dialogante 1]  Dici giustamente che la struttura mentale del cittadino dipende dall’assetto politico della società. La mia generazione è cresciuta sotto la dittatura fascista. Io personalmente ho vissuto anche, seppure di sguincio, la dittatura nazista e, raggiunta l’età della ragione, ho aderito coscientemente all’ideologia comunista, pur rifiutandone l’assolutismo.
[Dialogante 2]  Oggi, da noi in occidente, ha vinto la democrazia, alla quale sia tu che io aderiamo con convinzione. Eppure non ci sentiamo vincenti.
[Dialogante 1]  Una parola, ambigua e plurisignificante, come ‘democrazia’, non crediamo sia sufficiente a definire una linea politica…
[Dialogante 2]  … e, da quanto si è detto, neppure un orientamento formativo.
[Dialogante 1]  La nostra democrazia è asservita al capitale quanto e più delle passate dittature, e in questo sta il nostro assolutismo. Se anche siamo ‘liberi’ di pensarla diversamente, proprio l’assolutismo democratico distrugge questa conclamata ‘libertà’.
[Dialogante 2]  E ci riesce attraverso l’imposizione di un unico modello di democrazia: il modello del ‘consenso’, del ‘popolo sovrano’. È un modello che avrebbe senso dopo aver conquistato la ‘libertà del pensiero’, non prima. E questa libertà siamo ben lontani dall’averla conquistata: da un lato la pressione della Chiesa cattolica a cui non ci è stato insegnato di resistere, dall’altro i pregressi modelli fascista e comunista, tutt’ora operanti in assenza di una relativizzazione metaculturale, infine una formazione che per proclamarsi ‘democratica’ ha di fatto rinunciato al suo fondamento critico. Ciò che resta è una superficiale libertà elettorale, pronta a vendersi al migliore offerente, cioè a coloro che promettono maggiori guadagni e benessere a carico di chi non ha più guadagno ne benessere.
[Dialogante 1]  Su questa descrizione in negativo della democrazia ‘reale’ molti potranno concordare, quello che manca è la descrizione di una credibile alternativa in termini positivi. Ed è per questo che ritorno, ormai per la terza volta, a parlare di una fase preliminare di studio. Un (debole) inizio il lettore potrà trovarlo nelle Indagini metaculturali di cui le presenti tratte non sono che un corollario.


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