sabato 21 gennaio 2012

Un 'profilo standard'

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Alla fine del precedente postino ho parlato di un ‘profilo standard’ del Homo sapiens. Esiste un tale ‘profilo’?

Domanda insensata finché si intende ‘esistere’ o come quando diciamo ‘il quaderno nel quale scrivo esiste’ o ‘io esisto’, cioè affermiamo l’esistenza di qualcosa riferendola alla nostra percezione sensoriale. Abbiamo una tale percezione nel caso in questione? Evidentemente sì, giacché non ci capita mai di confondere un essere umano con una talpa o un coccodrillo. Ma un ‘profilo’ non è tanto la descrizione di un percetto quanto la percezione di un costrutto della mente sprovvisto di esistenza sensibile. Ripeto la domanda: esiste un tale ‘costrutto della mente’, depositato per esempio in un testo scritto? A livello morfologico suppongo di sì, per quanto non abbia mai letto nulla in proposito. Alcune immagini, riprese dal ben noto fotografo Andrew Zuckerman, mostrano un individuo di scimpanzé che non avrei alcuna difficoltà a includere nel genere Homo. L’ulteriore limitazione imposta dal termine ‘standard’ complica ancora di più le cose. Come definire, all’interno della specie Homo sapiens, un modello, applicabile a tutti gli individui e pure suscettibile di migliaia di miliardi di varianti, tante quante sono le effettive occorrenze di quel modello sulla terra nel corso della sua storia? Dovrebbe essere un modello che dia ragione di Einstein, di Dante e di Bach come della mente umana più semplice, del santo come del delinquente, del torturato come del torturatore, di te, di me e di tutti coloro che potrebbe capitarci di incontrare. Abbiamo un modello del genere o è anche solo pensabile la sua costruzione mentale?

Per gli animali, nel regno degli istinti che ci piace distinguere da quello dell’intelligenza, non abbiamo grandi difficoltà a individuare costanti comportamentali da attribuire a modelli’ più o meno riconoscibili. Per l’uomo siamo più restii a generalizzare. Ognuno di noi si percepisce come un unicum, una singolarità del vivente, e forse lo è, allo stesso titolo però di un gatto, di un ornitorinco, di una mosca e, chissà, di un batterio.

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