martedì 17 gennaio 2012

… la nostra visione parcellizzata, individualizzata della materia vivente…

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L’Aegosoma scabricorne è un bel coleottero della familia dei Cerambicidi non raro in Europa, anche in ambiente cittadino, dove vive a spese di molte specie di latifoglie. Lo si incontra spesso nei viali alberati, soprattutto di notte, in volo o mentre deambula sui tronchi. I maschi sono notevoli per le lunghe antenne provviste, in particolare gli esemplari di grossa taglia, di spine e tubercoli che gli hanno valso il nome specifico. Le femmine hanno le antenne più corte, normalmente filiformi, e sono provviste, cosa non frequente tra i coleotteri, di un lungo ovopositore esterno.

Qui a Cantalupo in Sabina, dove vivo, gli alberi –prevalentemente tigli e platani– che fiancheggiano il viale principale, mostrano sui tronchi i grandi fori di uscita degli adulti. Ogni due o tre anni, a fine estate, mi capitava d’incontrarne uno, in genere maschio, ma di modeste dimensioni. Quest’anno (2010), nel solo mese di agosto, ne sono entrati dalle finestre aperte ed illuminate, ben sei, tutte femmine e piuttosto grosse. È l’inverso di quanto si osserva negli insetti in generale, tutti in forte, catastrofica diminuzione ormai da parecchi anni. Perché questo improvviso aumento e perché delle sole femmine? Non credo nella casualità dei fenomeni, piuttosto nella loro imperscrutabilità, cioè nella nostra incapacità a comprenderli. Sono soprattutto i comportamenti improvvisamente collettivi in specie solitamente solitarie a metterci in difficoltà. Ho sempre trovato il Calosoma sycophanta (uno splendido carabide verde oro), per individui isolati, salvo nelle annate di invasione di certi bruchi (Lymantria dispar), quando si può trovarlo a centinaia intento a sterminarli in massa (è la ragione per cui il famelico coleottero è stato importato negli Stati Uniti a protezione dei frutteti). Come fa il Calosoma a sapere in anticipo –quando cioè si tratta di deporre le uova in numero sufficiente– che il prossimo anno ci sarà l’invasione della Lymantria? Probabilmente è la nostra visione parcellizzata, individualizzata della materia vivente a renderci incomprensibili fenomeni di tutta normalità.

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