mercoledì 16 febbraio 2011

Paralleli?



[46] Alcuni postini or sono, sbirciando da questo oblò ho visto due canguretti in corsa scatenata dietro una ragazza che correva anche lei su una spiaggia evidentemente australiana.

Mentre però la ragazza si atteneva al costume umano che consiglia di mettere un piede avanti all’altro in debita alternanza, i due canguretti seguivano il costume canguresco che impone l’uso congiunto di ambo i piedi posteriori costringendo l’animale a una successione ininterrotta di salti che avrei giudicato faticosissimi se i marsupialetti non li avessero compiuti con incredibile eleganza e leggerezza.

A un certo punto la ragazza ha deciso per una puntata di qualche metro al largo, subito seguita dal canguretto più intraprendente, che forse era alla sua prima nuotata in alto mare. Senza perdersi d’animo, il piccolo ha compiuto una subitanea virata per riconquistare la terraferma, questa volta utilizzando soprattutto le zampette anteriori, poco atte al nuoto cosi come alla corsa. Chi gliel’aveva insegnato? Come e quando si era esercitato? Il movimento era lo stesso di quello di un cagnoletto in un’analoga situazione. Eppure tra canidi e canguri intercorrono in termini evolutivi, parecchi milioni di anni. Esiste, evolutivamente, un parallelo in sincrono tra arto e funzione anche quando, come nei canguri, la funzione dell’organo si è sensibilmente modificata nel tempo? Perché, per esempio, i canguri non hanno imparato a servirsi delle zampe posteriori anche in acqua, come fanno le rane?

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