mercoledì 1 dicembre 2010

Epistole politiche, politiche epistole

Si trova vicina alla pubblicazione, curata da Edizione Van der Mispel (e grazie al contributo di un valente gruppo di amici, grazie Eva, grazie Letizia, grazie Oliver, grazie Francesco, forse dimentichiamo qualcuno), una nuova opera di Boris Porena, intitolata Epistole Politiche. Nel medesimo stile comunicativo delle Metaparole, Boris utilizza a modo suo la forma epistolare, dirigendosi politicamente, appunto, ad una serie di interlocutori probabili o improbabili.

I frequentatori di questo oblò hanno già avuto occasione di leggere qualcuna delle ben 85 epistole composte da Boris tra Maggio e Ottobre 2009.

Si raggruppano in una serie di argomenti, che potremmo distinguere approssimativamente così:

epistole ai prossimi (a Eva, ai cantalupani, a Carlo, Rinaldo e Roberto, a Ida, a Sergio, ad Angelo, a Miele, a Mario Verdone, a Enrico Migliaccio, a Zbigniew Kuligowski, a Pietro Cosimi), e anche ai prossimissimi (a Paola, ai genitori, a Thomas Sebastian –ben due, in momenti e da prospettive diversi–, a sé stesso, ai fratelli),

epistole ad attori politici della contemporaneità (al Partito Democratico, al Ministro della Pubblica Istruzione, a Michail Gorbaciov, a Enrico Berlinguer, all’America di Obama, alla Chiesa cattolica, alla democrazia, al 'muro' di Berlino, a Serge Latouche, ai fondamentalisti, al Sessantotto)

epistole dirette a ‘interlocutori’ in astratto (al pensiero matematico, al capitalismo, alla filosofia, alla pace, alla morale, all’arte, alla donna, al pensiero magico, al latino, a Gesù, a un mondo globalizzato, all’Homo sapiens, alla politica, alla logica)

epistole ai pensatori –soprattutto germanici– che con i frutti delle modalità di pensiero della loro predilezione hanno conformato al Porena che conosciamo (a Thomas Mann, a Bach, a Mozart, a Kafka, a Einstein, a Konrad Lorenz, a Beethoven, a Goethe, a Piero della Francesca, a Mahler, a Schönberg, a Dante, an Wittgenstein, an Wagner, an Nietzsche, a Bertolt Brecht, an Schubert, a Darwin, a Borges, a Strawinsky, a Haydn)

epistole alle questioni del proprio diletto (al Centro Metaculturale, a Rigobaldo, ai coleotteri, alla musica, all’operatore metaculturale, al suo armadio, alle avanguardie musicali, a Musica-società, ai ragazzi di Venezia, agli allievi di composizione, all'Ipotesi Metaculturale)

finalmente, epistole ad alcune tribù culturali (agli Africani, agli omo- e transessuali, agli italiani, alla Germania, alla Francia, ai 'normali', ai pedofili, agli psicologi e affini, all’Europa).

Naturalmente che esisterebbero altri modi di vederle – tante sono interpretabili da più punti di vista. Esercizio comunicativo di pensiero metaculturale, testimonianza politica di sé stesso e delle proprie relazioni col mondo, si collegano fortemente, a trentacinque anni di distanza, con uno dei primi scritti di Boris (al quale dedicano, come forse avrete notato, una epistola): niente meno che Musica-Società.

Chi le leggerà? Si cercano volontari … anche per continuare a scriverle.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ecco una volontaria boris!!!
baci moni