giovedì 18 novembre 2010

SÌ all’ideologia della parità


Ancora un appello all’ideologia: il colmo per uno scritto metaculturale. Che IMC si stia sgretolando? Non credo si tratti di questo. Del resto, IMC non va intesa come un no alle ideologie. Sappiamo benissimo che qualsiasi nostra affermazione (o negazione) poggia su basi culturali, cioè ideologiche. L’importante è che ce ne rendiamo conto, cosa non certo contraddetta dalla collocazione di questi sì nella presente raccolta.
All’uguaglianza nella diversità ho già dedicato il postino n° 16 dopo averne già accennato nel n° 14. Questa terza riproposizione fa pensare a qualcosa come un’idea fissa, che giustificherebbe un’immagine un po’ oleografica di me come persona equilibrata, aliena ad opposti estremismi. Non posso fare nulla contro questa immagine che non condivido. Ma che forse condividerei se mi vedessi dall’esterno.
La novità rispetto ai postini precedenti è l’ammissione che il sì alla parità tra gli uomini è ideologico, cioè può essere in ogni momento contraddetto da un altrettanto squillante no. E poiché in questa stessa raccolta (n° 4) si plaude alla ricerca di convergenze, siamo invitati a ricercarla anche in questo caso. Il trucco verbale per raggiungerla l’ho già esposto al n° 16. Ora però vorrei tentare una via meno artificiosa, praticamente percorribile nei casi concreti.Leggere di più ...Il problema è del tutto generale: il termine solitamente usato è compromesso, ma ha delle risonanze negative che lo rendono poco affidabile. Si pensa a uno scambio di concessioni che non soddisfa nessuna delle parti in causa, tanto è vero che spesso gli accordi definitivi non arrivano mai e si resta allo stadio di compromesso finché questo non tiene più e si riaprono le ostilità. Come sappiamo, è un lusso che non possiamo permetterci, quindi conviene prolungare il lavoro di confronto fino alla piena soddisfazione reciproca. Ciò non vuol dire che ciascuna parte raggiunga in pieno l’obiettivo di partenza, ma che questo si sposta a mano a mano che cresce la comprensione per gli obiettivi altrui.
Come si comprendono gli obiettivi di un altro?

C’è solo un modo: per mezzo della decentrazione. Fintantoché ognuno osserva la situazione dal solo punto di vista suo non vi è parità di riguardo e le cose che vediamo non sono le stesse. Perché lo diventino occorre
1. che le relativizziamo al punto di vista da cui le guardiamo,
2. che analizziamo questo punto in base ai parametri di convenienza per le parti,
3. tra questi parametri alcuni ve ne saranno di pari convenienza per ambedue le parti,
4. altri lo saranno anche molto al di là delle parti,
5. si formerà una gerarchia a partire dei punti 4. e 3.,
6. a seguire si prenderanno in considerazione anche i parametri specificamente convenienti alle singole parti e si valuteranno in subordine a 4. e 3.
Commenti ai punti.
1. è forse il più difficile da realizzare per le sacche di assolutismo tuttora presenti nel mondo (religioni, ideologie, ignoranza ...),
2. la dissezione analitica che qui si propone va fatta per quanto possibile obiettivamente, escludendo cioè una valutazione di equità sociale,
3. altro criterio di difficile attuazione per la difficoltà di valutare il concetto di ‘pari convenienza’; e comunque essenziale il superamento di questo punto se si vuole attuare la decentrazione necessaria alla costituzione della ‘parità ideologica’,
4. criterio, questo, su cui è più facile la convergenza: per esempio saranno in molti a sottoscrivere il punto della ‘sopravvivenza’,
5. l’attuabilità di questo punto dipenderà sostanzialmente da quella di 3.
6. l’attuabilità di questo punto dipenderà sostanzialmente da quanto riusciremo a subordinare 6. a 4. e 3.
fine della serie dei postini del sì

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