lunedì 8 novembre 2010

SÌ all’equilibrio (dinamico, non statico) nei rapporti di forza


L’equilibrio, come qui l’intendo, si nutre del suo contrario, non raggiunge cioè mai la condizione dell’essere, ma sempre e solo quella di un divenire oscillante intorno a una posizione immaginaria perché mai assunta per un tempo finito. Niente di nuovo, solo la descrizione parafrasata del moto pendolare. Neppure l’applicazione generalizzata di questo modello alla realtà fenomenica è nuova: qualsiasi moto circolare –e nell’universo i moti circolari si osservano ovunque– è facilmente riconducibile a un moto pendolare (oscillatorio), basta proiettarlo su una retta. Meno consueto è l’uso di questo modello al posto di quello per punti con cui siamo soliti rappresentare lo spazio in cui viviamo. Leggere di più ... La descrizione per punti, immaginati come localizzabili attraverso assi cartesiani, cede a una per intorni circolari di raggio variabile, entro i quali la probabilità di incontrare il punto che li rappresenta è sempre uguale a 1, ma mai ulteriormente definibile in termine spaziali. Non mi intendo di geometria né di altri modelli spaziali, penso comunque che anche un modello del genere sia stato ampiamente studiato. Probabilmente anche applicato in biologia, e, forse, in politica. In tal caso mi scuso dell’ovvietà.

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