mercoledì 10 novembre 2010

SÌ al capitale come ‘strumento per ...’


Non c’è forse bisogno ch’io ribadisca il mio no al capitalismo, perché traspare da tutto ciò che vado facendo e dicendo da una quarantina d’anni. A ogni buon conto ripeto qui quanto già detto nel postino n˚ 15 della serie del no: “Non identifico capitale con capitalismo e considero il secondo come l’anima ideologica del primo e preferisco attenermi alla solidità corporea piuttosto che all’evanescenza dell’anima” tanto più, –aggiungo– che questa evanescenza lo è assai poco sul piano politico-economico o, se lo è, ha delle ragioni che con l’anima hanno poco a che fare.Leggere di più ...Se ora ricupero il concetto di ‘capitale’ per questi postini del sì è solo dopo averlo deideologizzato e ridotto a semplice strumento per ... realizzare ciò di cui l’individuo e la società hanno bisogno. Non tutto, quindi, ciò di cui hanno bisogno, ma solo quella parte –che ritengo minoritaria – ottenibile mediante il capitale. Probabilmente per ogni cosa che si voglia ottenere sarà necessario l’intervento del capitale, ma solo in appoggio ad altri fattori, primi fra tutti il lavoro, la ricerca, l’inventiva, l’interesse per la cosa e solo secondariamente per il guadagno che se ne può ricavare.
Moralismo, richiamo all’onestà?
Non sono incline a questo genere di motivazioni, anche se ne riconosco la validità. Le ritengo comunque insufficienti per promuovere il pensiero come l’azione. Il guadagno invece costituisce in molti casi il motore principale, che di fatto gira a vuoto, capace solo di alimentare sé stesso. Certo, non è per nulla indifferente ciò che il capitale, incrementato dal guadagno, permette di fare. Pensiero e azioni possono essere visti anche essi come strumenti per ... e la valutazione si concentra nuovamente sul per ... Se però a questo per ... facciamo seguire ancora guadagno, il cerco si chiude su quello che gli antichi chiamavano circolus vitiosus e l’unica cosa che se ne ricava con certezza è l’amaro in bocca.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' pur vero che per vivere bisogna mangiare e per poter mangiare bisogna produrre un capitale. Questo capitale dovrà essere pari al fabbisogno di ciascuna persona. Come definire allora qual'è il fabbisogno base per l'individuo? certamente per ognuno è diverso alcune persone con uno stipendio da 2000 euro si sentirebbero benestanti altre invece si sentirebbero dei poveracci. Perché? Forse dipende dalla propria provenienza sociale e dalle abitudini di vita che si sono strutturate negli anni. Queste abitudini sono sicuramente lo standard di partenza sulle quali si cercherà di costruire la propria agiata autonomia, difficile per chi è vissuto servito liberarsi della servitù...Ma vorrei chiedere: voi perché vi alzate la mattina? da cosa siete spinti? qual'è la motivazione che vi porta e che materializza il vostro muovervi nello spazio/tempo? Se la motivazione fosse semplicemente quella di produrre per arricchirsi di moneta, sappiate che state spendendo l'80% del vostro tempo in attività che probabilmente non implicano un vostro coinvolgimento e una vostra fede se non la fede per quello che un giorno potreste fare con quel capitale prodotto. In qualche modo si tratterebbe di vite spezzate, periodi vissuti in relazione, non al momento presente ma, a quello che questo momento provocherà, ovvero un aumento di capitale. Ora sono qui così domani potrò comprare lì, potrò essere riconosciuto e affermare la mia esistenza. Avere per essere. Che grande povertà e voi che siete ricchi quanto siete poveri, date in custodia il vostro bene più prezioso il vostro tempo per una promessa di successo..