domenica 25 febbraio 2018

Tratta LI.10 (La sestina ipermetra) - Una possibile lettura politica della sonata per pianoforte op. 111 di Ludwig van Beethoven


[Mi rendo conto di aver condotto questo parallelo tra l’op. 111 e la politica in maniera confusa e inconcludente mentre all’inizio – prima cioè di cominciare a lavorarci – mi era sembrato oltremodo chiaro e convincente. La cosa non è nuova, anzi da qualche anno è diventata di tutta normalità: che una visione nettissima mi si intorbidi col passare dei giorni fino a trasformarsi in un guazzabuglio senza né capo né coda. Non dovrei far passare i giorni e cogliere l’immagine al suo primo presentarsi. Non sono però ha affatto sicuro che quella prima chiarezza non sia un inganno della mente obnubilata dall’età così come la grafia sia fatta piccola e indistinta, tanto che in genere non ce la faccio neppure a rileggere ciò che ho scritto o, messo pure che ci riesca, spesso non lo capisco più. Qualcuno dirà, e con ragione, “perché non lasci perdere: quello che avevi da dire l’ha detto, ora non puoi che confondere la mente anche agli eventuali lettori.”Eppure mi intestardisco a continuare. Perché?
Per riempire ancora i giorni che mi rimangono (frase insulsa perché priva di un oggetto definito: quanti sono questi giorni?). O forse per dare testimonianza di un pensiero che, spegnendosi, perde di incisività, si fa inutilmente ripetitivo e consapevolmente insignificante…
Alt! Potrebbe essere insignificante e inutile per me e per chi vi cercasse un significato e un’utilità in ciò che dice. Ma non per chi vi cercasse il modo di dirlo, l’espressione, soprattutto se confrontata con i modi di ieri, quando ero ancora – relativamente – padrone del mio pensiero, o lui di me… Forse qualcuno – uno psicologo, un psicoanalista – potrebbe ricavare da uno scritto come questo un buon materiale di studio sulla senescenza della mente. In altri tempi la cosa avrebbe potuto interessare anche me; oggi è già molto se riesco a scrivere queste note informative. In ogni caso penso di aver risposto per parte mia al “Perché” di prima. Lascio che anche altri vi rispondano, se vorranno…
La vecchiaia è spiacevole a vedersi, talora difficile da sopportare, ma non priva di interesse per chi la sopporta e – forse – per chi la osserva.]


3 commenti:

Tortora Giuseppe ha detto...

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Tiziano ha detto...

Ma tu chi sei? L’usuraio di turno!?

Riccardo Mele ha detto...

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