venerdì 2 febbraio 2018

Tratta LI.4 (La sestina ipermetra) - Una possibile lettura politica della sonata per pianoforte op. 111 di Ludwig van Beethoven


[Anche a non voler entrare nello specifico grammaticale, non è tuttavia possibile non accennare alla straordinaria transizione tra i due tempi, sorta di ‘cadenza plagale’ ampliata che diventerà pressoché stanchevole durante tutto l’Ottocento, ma qui conserva ancora l’acerbità della ‘prima volta’. Beethoven non si contenta infatti della semplice successione IV – I, addolcita dall’abbassamento cromatico della terza ed al sesto grado di passaggio nell’accordo sul quarto grado, ma ricupera a questo la funzione dominantica introducendo la sensibile e riinterpretando così un accordo predominantico in una ‘ultima di sensibile’ pienezza dominantica. Chopin, Wagner a i romantici in genere rinunceranno a questa precisazione dominantica e manterranno alla successione IV – I tutto il suo sapore plagale.
Straordinariamente ‘inventata’ è anche la pacificazione di questo turbolento movimento nel passaggio, al basso, da un disegno prevalentemente scalare a uno accordale (IV – I) che infine rileva anche nella mano sinistra – con un’aggiunta puramente fonica della terza sulla tonica – il suo carattere definitivo. Tutto questa ‘coda’ testimonia della sensibilità – non certo edonistica – di chi ha saputo sostituire il suo udito fisico con un udito ‘mentale’ forse ancora più sottile dell’altro.]

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