mercoledì 18 giugno 2014

Tratta XIV.2 – Come un oggetto qualsiasi


[Dialogante 1]  Ma torniamo alle nostre tratte, da cui forze esterne fanno di tutto per distoglierci.
[Dialogante 2]  Vorrei che dedicassimo qualche considerazione alle tratte –metaforiche– che si dispongono nel tempo, non nello spazio.
[Dialogante 1]  È come se la nostra avidità di possesso volesse impadronirsi anche delle cose che il tempo ha cancellato o sta cancellando.
[Dialogante 2]  Vuoi dire la storia… o addirittura la preistoria e le sue tracce.
[Dialogante 1]  Anche la conoscenza di epoche passate è come un ponte che ci ricongiunge a quelle.
[Dialogante 2]  Così quando non solo vediamo, ma tocchiamo, prendiamo in mano un trilobite fossile di tre- o quattrocento milioni di anni, eccolo lì il ‘ponte’ che il cervello si rifiuta di comprendere, ma le dita accarezzano come un oggetto qualsiasi.
[Dialogante 1]  Se esistesse qualcosa come la ‘venerabilità degli anni’, i nostri vecchi dovrebbero andarsi a nascondere di fronte a un trilobite o a un semplice mammut.
[Dialogante 2]  Ma per fortuna i trilobiti non sono più che sassi e i mammut solo mucchi di ossa senza movimento. La domanda è: questi sassi, queste ossa sono per noi veramente il ponte che ci fa andare a ritroso per migliaia, milioni di anni?
[Dialogante 1]  Sai benissimo che non sono loro il ponte e non lo è, non lo può essere neppure un ricordo che non c’è.
[Dialogante 2]  Lo è però la conoscenza, il sapere, costruito o meglio ricostruito dall’intelletto sulla base di quelle pietre e ossa.
[Dialogante 1]  Che cosa c’è di reale in tutto questo: l’immagine ricostruita? il suo luogo nell’immaginaria serie di ceti che si sono susseguiti nel tempo? il tempo stesso o la sua traduzione in numeri?
[Dialogante 2]  Niente di tutto questo. Di reale non ci sono che le ipotesi che sorreggono i ponti.
[Dialogante 1]  Ipotesi, per giunta, certo meno solide di un pilone di ponte.
[Dialogante 2]  Ma sono l’unica cosa che abbiamo e della loro ‘realtà’ conviene contentarsi. 

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