martedì 17 giugno 2014

Tratta XIV.1 – …un gatto rivoluzionario





[Eccomi ancora una volta impaludato nel mio stesso pensiero. Credevo di aver individuato un percorso che mi avrebbe fatto avanzare di qualche tratta, poi mi sono ingarbugliato, come il lettore avrà certo constatato, in diverticoli degni di un intestino con il morbo di Krohn, e non sono più riuscito a trovare la via di uscita. Non è certo la prima volta che mi capita da quando ho compiuto gli ottanta anni, anzi è qualcosa che mi perseguita, contro cui è vana ogni mia contromisura. Mi appunto mentalmente i concetti di cui intendo servirmi, me li ripeto infinite volte, ho chiari anche i collegamenti, le tratte così come il quadro di insieme… Comincio a lavorare, poi i particolari prendono il sopravvento. Sicuro del mio programma avanzo ancora di qualche tratto… e tutto mi si confonde… Si raggiunge il blocco del pensiero… È come se avessi perduto ogni traccia. Le persone con cui ne ho parlato, tra cui ovviamente Paola e Fernando, mi hanno consigliato di fissare su un foglio alcune parole chiave come segnavia, Eva mi ha addirittura regalato un piccolo registratore tascabile cui potrei semplicemente dettare queste parole, specie quando, come spesso accade, questi lampi rischiarano una notte insonne. Ma io, niente! sono così sicuro di ciò ho pensato, di averlo fermato per l’eternità, che non prendo alcuna precauzione… e d’un colpo dimentico tutto, senza possibilità di ritrovarne neppure un frammento negli anfratti della memoria.

La cosa in sé non è grave, ma ho voluto registrarla in questo libretto perché potrebbe interessare qualche psicologo. Non credo di essere l’unico cui in vecchiaia capitino autocancellazioni del genere. Forse questa descrizione potrebbe servire a meglio comprendere il funzionamento del cervello nell’anziano e a prevenirne o curarne le defaillances.]

[Dialogante 2]  Spero che la parente si sia servita a sgomberare la nostra mente –ne abbiamo una in due– dalle labirintiche contorsioni in cui da qualche tempo le piace lasciarsi andare.
[Dialogante 1]  Forse non è che un’abitudine di vecchia data[1]. Potrebbe essere di qualche interesse osservare se questa abitudine è rintracciabile anche nella mia produzione musicale.
[Dialogante 2]  Comunque un’abitudine del genere, se non fermata in tempo (ma quando scade questo tempo?) assomiglia piuttosto a un ‘vizio’ mentale che un pensiero sano.
[Dialogante 1]  Sei molto severo con te stesso.
[Dialogante 2]  Mai abbastanza. Il guaio è che i vizi sono in genere più forti dei freni inibitori che dovrebbero controllarli.
[Dialogante 1]  I vizi hanno probabilmente a che fare con gli istinti, potremmo chiamarli ‘istinti deviati’ in analogia ai ‘servizi deviati’ di cui si sente spesso parlare.
[Dialogante 2]  Ne stiamo vedendo un caso proprio in questi giorni.
Uno dei nostri gatti, Pitinki, il più anziano, si è arrampicato l’altro ieri su una robinia del giardino, piuttosto in alto, fino a un punto dal quale non riesce più a scendere. Questa almeno è l’impressione che abbiamo ricevuto dal suo comportamento. È un gatto anziano –più di diciotto anni–, e gli alberi ne ha scalati a centinaia e mi sembra improbabile che si sia sbagliata. E non c’è verso di farla scendere… Inutile l’azione di raggiungerlo con una lunga scala. Per tutta risposta Pitinki è salita ancora di qualche metro pur conoscendo benissimo la persona intenzionata a salvarla. A un certo punto mi sono decisamente opposto a ogni ulteriore tentativo di salvataggio, per due ragioni:
1)      data l’evidente pericolosità dell’azione, non ritengo il rischio sia proporzionato all’impresa;
2)      la determinazione dell’animale potrebbe avere delle ragioni che noi umani sfuggono e che forse non abbiamo il diritto di contrastare.
È noto che molti animali in punto di morte si nascondono quasi per vergogna. L’interpretazione è ovviamente tutta nostra, ma ci induce a riflettere su alcune interferenze dei nostri poteri –per esempio quelli influenzati dalla Chiesa– in merito a decisioni assolutamente personali come il suicidio.
Pitinki, un gatto rivoluzionario…?



[1]             Si vedano per esempio gli Esercizi speculativi, [10b] nel Volume III L’ipotesi metaculturale delle Indagini metaculturali.

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