venerdì 9 novembre 2012

Una maturità un poco malinconica e rinunciataria


[469]
Quel che mi stupisce è la maturità con cui i giovani di oggi affrontano una crisi che si presenta come la più grave del mondo moderno anche per le dimensioni che ha assunto fin dall’inizio con il crollo dell’Unione Sovietica, il conflitto medio orientale, l’avanzata tumultuosa delle economie asiatiche sui mercati internazionali. Se delle iniziative si sono avute –e se ne sono avute in quantità, anche in campo politico– non è stata l’area europea a produrle, e neppure quella nord-americana, nonostante i generosi sforzi di Obama. La gioventù europea sembra aver messo la testa a posto per non buttarsi in nuove avventure che, con i mezzi offensivi e difensivi di cui oggi l’umanità dispone, ci porterebbero molto probabilmente a una catastrofe senza scampo. È questa la ragione per cui ho parlato, poche righe più su, della maturità della gioventù odierna. Una maturità, a dire il vero, un poco malinconica e rinunciataria perché ha deposto inventiva e coraggio, e che invece, unita ad essi e soprattutto all’impeto dei paesi emergenti, potrebbe creare per il nostro pianeta e per i suoi abitanti le condizioni per un’equilibrata coesistenza.
[Meglio leggere anche il prossimo postino]

Nessun commento: