lunedì 26 novembre 2012

Che cosa è concreto?



Frammento del manoscritto dell'op. 101 di Beethoven
 [477]
A questo punto, cioè dopo il postino 476, si pone la domanda: è possibile una crescita solo mentale, che non sia comprovata anche da un progresso materiale, dallo stile di vita? La mente si è probabilmente evoluta sulla spinta dei problemi concreti che è stata chiamata a risolvere; e per risolverli ha dovuto cominciare col farsi un’immagine pluridimensionale dei parametri in gioco. Ha dovuto cioè procedere a un’analisi che riproducesse al meglio la loro variabilità. Ha sviluppato per questo fine una disciplina –la matematica– atta a mettere in corrispondenza biunivoca sequenze di eventi reali con serie numeriche ottenute mediante operazioni mentali condotte su oggetti reali.

Come si vede, l’intreccio tra il reale e il mentale rende spesso indistinguibili i due campi e li rende l’uno vicariante  dell’altro. In molti casi risulta quindi ozioso chiedersi se la tale o talaltra attività –per esempio la musica o la pittura– sia ‘astratta’ o ‘concreta’. I prodotti materiali sono in ogni caso concreti, ma lo sono anche i relativi progetti? E nel caso della musica, che cosa è concreto: solo i suoni emersi dalla sorgente –voce o strumento che sia– o la traccia magnetica su un disco, o la serie numerica delle frequenze, o infine una serie di segni grafici?

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