domenica 25 novembre 2012

Sarebbe così se la via del progresso fosse una sola...


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Se proibiamo a noi stessi una crescita infinita, limitiamo cioè la nostra produzione al di sotto di una certa soglia, non corriamo il rischio di atrofizzare la nostra stessa capacità produttività facendoci regredire a stadi già superati? Sarebbe così se la vita del progresso fosse una sola e la crescita si misurasse unicamente sull’economia e sul progresso tecnologico. La storia non ci dimostra questo, e forse è più affidabile in ciò che non dice anziché in ciò che dice. Per molte migliaia di anni le uniche forze su cui potevamo contare, oltre la nostra, erano quelle animali, sulle altre –il vento, l’acqua– non c’era da fare troppo affidamento, spesso i danni che producevano superavano i vantaggi. Sono sì e no un paio di secoli che abbiamo imparato a servirci di altre fonti di energia. E da allora si sono affacciati seri pericoli di sopravvivenza.

Tutt’altra cosa per la crescita del pensiero, che non sembra sottoposto a limitazioni in quanto non produce inquinamento materiale né altera sensibilmente l’ambiente, almeno fin quando non viene utilizzato proprio a questo scopo. Poiché la caratteristica del pensiero umano consiste essenzialmente nella riflessività metaculturale, basta che gliela conserviamo e potremo, come per il passato, continuare indisturbati e senza disturbare nella nostra crescita.

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