martedì 25 novembre 2008

Robert F. Kennedy, 18 Marzo 1968

Continuiamo la nostra ricerca di legami e affinità tra personaggi storici, pensatori, movimenti e le tematiche affrontate in questo Blog. Dopo il post di qualche giorno fa sull'attualissima "Politica dell'austerità" di Enrico Berlinguer pubblichiamo oggi l'ormai famoso discorso tenuto da R. F. Kennedy nel lontano '68.
Cosa misura il prodotto interno lordo P.I.L.?



"E' evidente che troppo, e da troppo tempo abbiamo sacrificato le qualità personali e i valori della comunità al solo fine di accumulare sempre piu' beni materiali.

Il nostro prodotto interno lordo ora è stimato in 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel prodotto interno lordo se valutiamo gli Stati Uniti d'America in base ad esso ... ebbene quel prodotto interno lordo comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per ripulire le nostre autostrade dalle carneficine. Comprende anche le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende l'abbattimento delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos urbanistico. Tiene conto della produzione di napalm e di missili a testata nucleare e di mezzi corazzati che la polizia usa per sedare le sommosse nelle nostre città. Comprende i fucili e i coltelli usati da assassini, e i programmi televisivi che inneggiano alla violenza per vendere giocattoli ai nostri figli. Il PIL non tiene conto della salute dei nostri bambini, della qualità della loro educazione e della felicità dei loro giochi. Non considera la bellezza della nostra poesia o la solidità dei legami familiari o l'intelligenza delle nostre discussioni pubbliche sull'onestà dei nostri rappresentanti. Non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione nè la devozione al nostro paese. In breve tiene conto di tutto tranne di ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. E può dirci tutto sull'America, tranne perchè sentirci fieri di sentirci Americani."

(Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo aver ascoltato questo bel discorso mi sono chiesta quale significato dare ai termini "sviluppo" e "progresso"...

Anonimo ha detto...

Parole sante...mi chiedo se sia possibile "misurare" in qualche modo 'ciò che ci rende fieri di essere americani'...

Anonimo ha detto...

Oggi nevica ... stavo leggendo quando mio figlio è rientrato ed ha acceso il computer. Mi ha mostrato il video di Kennedy ... alla fine mi ha chiesto: "Perchè piangi?" In realtà le considerazioni contenute in quel discorso mi hanno toccata profondamente! Quanto attuali sono per noi, per la nostra vita ... davvero dobbiamo chiederci ogni minuto di ogni singola giornata:
" Cosa è davvero importante? " e dove vogliamo andare.
Grazie
Raffaella

Rigobaldo ha detto...

Un po' a tutti ... (proposte bizzarre e rigorosamente disautorizzate)

"Sviluppo": quello che fa stare meglio utilizzando le medesime risorse, oppure con meno ...

"Progresso": la incerta strada storica (finora ancora da imboccare) verso lo sviluppo ...

"Fierezza di essere americani"? buh, assai soggettiva. Forse valeva due secoli fa -fecero la prima rivoluzione, dopo di tutto-. Forse valeva, entro certi limiti, negli anni '40 -hanno vinto la guerra quando, tutto sommato, erano i candidati meno peggio per la vittoria- Ma in agosto del '45 sono cambiati un po' le cose: da allora possono sentirsi 'fieri' del primo e finora unico utilizzo di arme di distruzione di massa ...

Poi staremo a vedere: se, come dicono alcuni commentatori, abbiamo ormai lasciato indietro il punto critico per il controllo del cambio climatico, potranno sentirsi 'fieri' di ... "game over"?

Dove vogliamo andare? Primo obiettivo, la sopravvivenza, poi ne parliamo.

Profonde riverenze,

Anonimo ha detto...

Chiariamoci: per sopravvivenza intendiamo specificatamente quella della nostra specie o quella di tutta le specie attualmente viventi sulla terra?
V

Rigobaldo ha detto...

Gentile V.,

grazie per l'osservazione! Infatti ci sono due contesti dove usare e capire la S-parola:

Come obiettivo, intenderei come 'sopravvivenza' quella nostra, del homo sapiens sapiens. È un obiettivo che naturalmente non possiamo raggiungere da soli; è piuttosto evidente, anche dai punti di vista più ferocemente egoistici, che ci serve come 'contorno vitale' un massimo di biodiversità.

Come rischio, concreto, tangibile (non soltanto davanti allo scenario pessimistico classico, quello dell'ecatombe nucleare, ma anche davanti ai nuovi scenari di riscaldamento oltre un limite), bisogna avere presente che si parla non soltanto della nostra, ma anche della 'sopravvivenza' di chi ne sa quante specie. Certo di un sconvolgimento della biosfera probabilmente senza confronto negli ultimi 65 milioni di anni.

Distinti saluti,