giovedì 13 novembre 2008

“La politica dell’austerità”


A Boris è capitato ultimamente di ricordare un discorso tenuto da Enrico Berlinguer verso la fine degli anni ’70. Siamo andati a ricercare quel discorso e abbiamo deciso di proporne alcune significative parti in questo blog.

Siamo rimasti molto colpiti infatti dall’attualità delle parole di Berlinguer che in effetti sembrano scritte oggi!

Ci sono delle sorprendenti affinità tra queste parole e alcuni temi che in questo blog è capitato di affrontare, non credete?

" ... L'austerità non è oggi un mero strumento di politica economica cui si debba ricorrere per superare una difficoltà temporanea, congiunturale, per poter consentire la ripresa e il ripristino dei vecchi meccanismi economici e sociali … Per noi l'austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell'individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato.

L'austerità significa rigore, efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni ...

… politica di austerità, di rigore, di guerra allo spreco è divenuta una necessità irrecusabile da parte di tutti ed è, al tempo stesso, la leva su cui premere per far avanzare la battaglia per trasformare la società nelle sue strutture e nelle sue idee di base.

Una politica di austerità non è una politica di tendenziale livellamento verso l'indigenza, né deve essere perseguita con lo scopo di garantire la semplice sopravvivenza di un sistema economico e sociale entrato in crisi. Una politica di austerità, invece, deve avere come scopo … quello di instaurare giustizia, efficienza, ordine, e, aggiungo, una moralità nuova.

Ecco perché diciamo che l'austerità è, si, una necessità, ma può essere anche un'occasione per rinnovare, per trasformare …

L'austerità per definizione comporta restrizioni di certe disponibilità a cui ci si è abituati, rinunce a certi vantaggi acquisiti: ma noi siamo convinti che non è detto affatto che la sostituzione di certe abitudini attuali con altre, più rigorose e non sperperatrici, conduca a un peggioramento della qualità e della umanità della vita. Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana. [...]

La politica di austerità quale è da noi intesa può essere fatta propria … in quanto essa può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo sviluppo economico … su quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di privilegi, e può invece condurre verso un assetto economico e sociale ispirato e guidato dai principi della massima produttività generale, della razionalità, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici, quali sono la cultura, l'istruzione, la salute, un libero e sano rapporto con la natura. "

L'austerità come leva di sviluppo” dai discorsi di Enrico Berlinguer al Teatro Eliseo di Roma (1977) e al Teatro Lirico di Milano (1979)

(N.b.: I grassetti sono nostri)


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pare che questo messaggio sia molto simile a quello della Decrescita Felice, o al movimento della Decrescita in generale.
Berlinguer vedeva lontano non c'è che dire...
Cordiali Saluti
Il Signor A.

Anonimo ha detto...

Vedeva lontano oppure questo tipo di riflessione è semplicemente ancora attuale perchè i problemi sono, grosso modo, gli stessi?
V

Anonimo ha detto...

Salve V,
Tutti e due i motivi secondo me. Perchè quei problemi erano già presenti in quel periodo, e poi perchè si è reso conto che senza porsi\porgere quelle domande, il problema si sarebbe ,come poi è successo, aggravato.
Ma come riportare queste tematiche nella politica di oggi? Come evidenziarle?
Cordiali Saluti
Il Signor A.

Anonimo ha detto...

Grazia a Boris, per quel testo particolarmente profondo e attuale di Enrico Berlinguer. L'austerità capita in questa prospettiva etica ed economica pare infatti la condizione prima di una resistenza a ogni forma di corruzione e compromesso, all'imbarbarimento del costume politico e culturale. E' sicuramente da riallacciare alla "decrescita" preconizzata da Serge Latouche, un pensatore francese ignorato nel suo paese del tutto anestetizzato dalla propagnada ufficiale e incapace di guardare (nonché di capire), la potentissima "onda" sollevata da studenti e docenti italiani!
Claude

Anonimo ha detto...

A-Crescita
A proposito di Serge Latouche citato dalla nostra amica, vi segnalo un articolo interessante: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22233

Anonimo ha detto...

...non abbiamo da perdere che le nostre catene...

Anonimo ha detto...

Invece che per questo tema davvero, a mio avviso, centrale dell'austerità ( o come diciamo noi oggi della "decrescita"), Berlinguer è stato scomodato ultimamente dai parlamentari italiani per un altro tema... ma mi chiedo se davvero si parla della stessa cosa: Questione Morale
Anche se la parola "morale" poco mi piace!
V