[Dialogante 2] Testo
molto precario e instabile.
[Dialogante 1] Una
condizione molto in accordo con i tempi.
[Dialogante 2] Già, ma ne vorremmo uscire da
questi tempi…
[Dialogante 1] Per
ritrovarci dove? In tempi che ritenevamo più stabili e ci hanno regalato guerre
a non finire? Meglio la precarietà, che ci costringe a inventare i modi per
sopravvivere!
[Dialogante 2] Vivere di fantasia… Ma non tutti
ne sono capaci o hanno voglia di farlo. Molti preferirebbero un po’ meno
fantasia e un po’ più di progettabilità, tanto da sapere oggi ciò che
presumibilmente accadrà domani.
[Dialogante 1] Hai
pronunciato la parola ‘fantasia’. Ricordo che piaceva a Petrassi, che la usava
spesso quando voleva lodare una composizione che mostrava assieme varietà e
rigore. Spesso però ci si contenta della sola varietà.
[Dialogante 2] Il
fatto è che della varietà ci si rende conto abbastanza presto, mentre il rigore
ha bisogno di verifiche.
[Dialogante 1] Verifiche su che basi?
[Dialogante 2] Su
quelle che ci fornisce la tradizione culturale.
[Dialogante 1] Cioè
il rigore sarebbe sostanzialmente garante di conservazione, mentre la fantasia
guarderebbe coraggiosamente il futuro?
[Dialogante 2] Badiamo
alle semplificazioni! Ci vuole coraggio anche per conservare, o meglio il
coraggio non c’entra niente né nell’un caso né nell’altro. I casi singoli
sarebbe bene non valutarli secondo criteri generali, ma secondo le loro
caratteristiche individuali.
[Dialogante 1] Ma
proprio qui sta il difficile. Che senso ha una valutazione basata su criteri
ricavati dall’analisi dell’oggetto da valutare?
[Dialogante 2] Forse la cosa comincia a farsi sensata dopo qualche tempo, quando la cultura l’abbia accettata senza neppure analizzarla.
[Dialogante 2] Forse la cosa comincia a farsi sensata dopo qualche tempo, quando la cultura l’abbia accettata senza neppure analizzarla.
[Dialogante 1] Sei
quindi fautore dell’approccio ‘spontaneo’, preculturale?
[Dialogante 2] Sai
benissimo che un tale approccio non è possibile per IMC. Anche quello che hai
chiamato ‘preculturale’ o ‘spontaneo’ non fa altro che servirsi di altri
codici, pregressi o appartenenti a una cultura diversa da quella cui appartiene
l’oggetto in questione.
[Dialogante 1] La
‘fantasia’ non inventa codici?
[Dialogante 2] Ma
certo che lo fa. Così come inventa le loro applicazioni. Anzi li modifica a
ogni loro applicazione.
[Dialogante 1] Il
concetto di ‘codice’ designa cioè una variabile, non un invariabile stadio
finale. Panta rei…
[Dialogante 2] Anche
gli stadi finali, le ‘opere’, potrebbero ulteriormente variare, per esempio
nella valutazione culturale…
[Dialogante 1] … cioè, in quelle che più contano
momento per momento.
[Dialogante 2] Sia
come sia, viviamo sulle sabbie mobili.
[Dialogante 1] La
cultura stessa non è che sabbia mobile.
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