[Dialogante 1] Non nel merito in quanto tale, ma
nella ‘valutazione del merito’.
[Dialogante 2] Spiegati.
[Dialogante 1] Einstein ha avuto certamente un
grande merito nello sviluppo della fisica del ventesimo secolo, ma quanta parte
di questi meriti vanno ascritti al lavoro dei suoi immediati precursori, ai
suoi indirizzi del pensiero matematico per non dire del contemporaneo pensiero
filosofico, ai grandi interrogativi che la società tutta si stava ponendo in
ordine ai più svariati problemi in campo epistemologico, politico,
esistenziale. La fase evolutiva che l’umanità tutta stava attraversando ha reso
possibile l’emergere in una sola persona di merito dovuto a circostanze diffuse
in quella fase.
[Dialogante 2] E perché allora di Einstein ce ne
è stato uno solo?
[Dialogante 1] Perché gli altri si chiamavano in
altro modo.
[Dialogante 2] Mi sembra che sei tu a continuare
la cavalcata dell’estremismo ideologico. Forse qualche ragione ce l’hai, ma non
tanto da distruggere il concetto di merito.
[Dialogante 1] E chi parla di merito? È il
guadagno, anzi lo straguadagno, che accompagna solitamente il merito, ad
apparirmi ingiusto. Ma come, hai già il merito, vuoi anche i quattrini?
[Dialogante 2] Così vuole il mercato.
[Dialogante 1] Al diavolo il mercato! È lui che
produce il merito! Una stortura che ne produce un’altra. Tutte e due ci stanno
portando alla distruzione e non ce ne vogliamo accorgere: è merito del mercato!
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