lunedì 4 febbraio 2013

Ancora diciannove riflessioni su politica, potere, formazione (xiii)



Dalla serie Ragazzi volanti, di Tamara Abdul Hadi
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Ma che dovrebbe fare la scuola per ovviare a questa perdita?

Non può certamente rinunciare alla fase dell’apprendimento. Né tantomeno a quella del consolidamento attraverso la ripetizione di ciò che si è appreso. Alla scuola chiediamo l’impossibile, che aggiunga cioè alle fasi di apprendimento e consolidamento una fase indipendente di ricerca e sperimentazione, che tuttavia non vada a detrimento delle altre due.

È ipotizzabile un percorso del genere?

No, se lo si pensa in termini additivi, forse se si ripensa l’intero processo formativo come integrante le tre fasi, consolidando cioè l’apprendimento attraverso la ricerca del nuovo che ha comunque bisogno del conosciuto per salire –per così dire– sulle proprie spalle. Cose che conosciamo benissimo dal mondo della scienza e che ora si tratta di trasferire –ancora una volta questo verbo– ad altri settori del pensiero. La soluzione sta infatti nel sostituire alla semplice addizione l’integrazione.

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