lunedì 9 marzo 2015

Tratta XXXI.3 – … a un singolo mestiere o a un’unica professionalità…



Normalmente siamo usi associare ogni persona adulta a un singolo mestiere o a un’unica professionalità. Oggi a dire il vero la situazione che stiamo vivendo obbliga l’individuo a rendersi disponibile a varie attività per le quali gli tocca, spesso in breve tempo, farsi un’adeguata competenza. Gli vengono incontro in questo le discipline trasversali o ‘transdiscipline’ – prima fra tutte la logica – , che tuttavia non occupano un posto stabile tra le ‘materie’ scolastiche. Anche IMC è tra queste ancorché in attesa di un riconoscimento ‘ufficiale’.
Già negli anni Settanta Paola ci ha dato una prova della transdisciplinarietà di IMC, in particolare nella sua versione di pratica culturale di base. Tale pratica sviluppata dal Centro Metaculturale (allora Centro Musica in Sabina) inizialmente nel solo settore musicale, aveva prodotto sperimentalmente un insieme di ‘criteri logici (o gestaltici) elementari’ che stavano dando buoni frutti nel campo della composizione sonora. Questi stessi criteri sono stati trasferiti da Paola nella composizione grafico-pittorica con risultati ancora più probanti e soprattutto di immediata evidenza sensoriale. La natura eminentemente geometrica dei criteri elementari, anche se nati in relazione al parametro ‘tempo’, si adattava assai bene alla pratica del disegno, che non fa uso del suddetto parametro. Hanno così visto la luce in rapida successione centinaia – forse migliaia – di composizioni grafiche sia astratte o materiche, sia figurale o rappresentative. Queste ultime non seguivano tuttavia i consueti codici della figuratività o della verosimiglianza, ma si riferivano a stereotipi di invenzione, per lo più di facile eseguibilità ma fortemente caratterizzati. Questa abbondante produttività sia prolungata per parecchi anni e tuttora si manifesta a tratti con immutata fantasia. Ad essa si devono anche alcune composizioni di più ampie dimensioni, tra le quali spiccano alcune di manifesto contenuto simbolico. Ovvero questo ‘ manifesto contenuto’ acquista solo secondariamente valenza di simbolo, quando sono stati percepiti analiticamente i rapporti costruttivi delle complesse ma chiarissime composizioni.
Solo a questo punto, cioè dopo un’intensa sperimentazione in proprio, la nuova attività della violoncellista Paola Bučan ha raggiunto quella maturità che le ha permesso di riversarsi all’esterno, sulla formazione di operatori metaculturali in campo grafico-pittorico.

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