sabato 3 agosto 2013

19 Postini sulle funzioni di una ‘Casa della Pace’ in Sabina (xvi)


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Che il modello democratico stia vincendo in quasi tutto il mondo è un fatto difficilmente contestabile. In questo modello è fondamentale il concetto di ‘libertà’, almeno così si continua a gridare ai quattro venti, quasi come si trattasse di un concetto assoluto e assolutamente positivo. Sembra quasi un sacrilegio il solo sottoporlo a indagine critica, di essa si può solo parlare in termini celebrativi, enfatici…

Quanto costa la libertà di alcuni ai non liberi?

Quanto ciascuno di noi può dirsi ‘libero’?

Quanto abbiamo da guadagnare da un aumento della nostra libertà?

La libertà è quantificabile in termini monetari, in altri termini si può comprare?

Supponendo che il suo modello sia attualmente vincente, questa vittoria è incondizionata?

Stando all’esperienza di individui e popoli la libertà ha un prezzo, anzi ne ha molti e differenziati. È ‘giusto’ che sia così o non andrebbe annoverata –la libertà– tra i fondamentali e irrinunciabili ‘diritti dell’umanità’?
Se, come si dice, la libertà è per noi un diritto inalienabile, perché la vendiamo così spesso al miglior offerente?

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