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Che il modello
democratico stia vincendo in quasi tutto il mondo è un fatto difficilmente
contestabile. In questo modello è fondamentale il concetto di ‘libertà’, almeno
così si continua a gridare ai quattro venti, quasi come si trattasse di un
concetto assoluto e assolutamente
positivo. Sembra quasi un sacrilegio il solo sottoporlo a indagine critica, di
essa si può solo parlare in termini celebrativi, enfatici…
Quanto costa la
libertà di alcuni ai non liberi?
Quanto ciascuno di
noi può dirsi ‘libero’?
Quanto abbiamo da
guadagnare da un aumento della nostra libertà?
La libertà è
quantificabile in termini monetari, in altri termini si può comprare?
Supponendo che il suo
modello sia attualmente vincente, questa vittoria è incondizionata?
Stando all’esperienza
di individui e popoli la libertà ha un prezzo, anzi ne ha molti e
differenziati. È ‘giusto’ che sia così o non andrebbe annoverata –la libertà–
tra i fondamentali e irrinunciabili ‘diritti dell’umanità’?
Se, come si dice, la
libertà è per noi un diritto inalienabile, perché la vendiamo così spesso al
miglior offerente?
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