lunedì 12 agosto 2013

19 Postini sulle funzioni di una ‘Casa della Pace’ in Sabina (e xix)



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Anche ‘pace’, come ‘guerra’, può designare un’ideologia, sempreché la si voglia utilizzare in tal senso. E, dal momento che ci siamo proposti di non abbracciarne nessuna, non dovremmo fare un’eccezione neppure per lei.

Ma –si dirà– non tutte le ideologie sono uguali: ci sono quelle buone e quelle cattive. L’ideologia della pace, per esempio, è universalmente considerata positivamente.

“Aveva da sempre avversato la guerra, in tutte le sue forme, ma, di fronte alla prepotenza di coloro che volevano imporre una pace che ritenevano ingiusta per le conseguenze cui avrebbe portato, le votò contro”.

“Qui –si obietterà, e con ragione– non è questione della ‘pace’ come l’intendiamo di solito, ma di una parola di cui è stato stravolto il senso…”

“Ma come sappiamo in che senso la usa il nostro interlocutore?”

La parola è uno strumento di comunicazione troppo analogico per darle fiducia incondizionatamente. È meglio analizzarla nel contesto in cui opera, e anche allora è buona regola depurarla dalla sua “investitura ideologica” – che qualcuno potrebbe non condividere, per ragioni che non condividiamo…

Come uscire da queste considerazioni paralizzanti?

Uscendo dalle ideologie che le rendono tali.

E come?

Traducendo mentalmente le considerazioni in fatti e osservandoli accadere. Se per esempio Hitler avesse saputo sgombrare gli occhi suoi e della nazione tedesca dalla visione ideologica che li stava accecando, la grande tragedia si sarebbe forse evitata.

“Sì, con la palla di vetro!”

“O con la normale intelligenza in nostra dotazione”.

Fine dei 19 Postini sulle funzioni di una ‘Casa della pace’ in Sabina

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