giovedì 1 agosto 2013

19 Postini sulle funzioni di una ‘Casa della Pace’ in Sabina (xv)


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A questo punto sorge la domanda: visto che la concreta realizzazione di modelli politico-culturali è costantemente accompagnata dalla corrispondente ideologia pur senza identificarsi con essa (quanti cittadini di un tempo si comportavano da fascisti senza esserlo per convinzione!), è possibile un’educazione che separi i due momenti? E per i due qual è quello più pericoloso per la sopravvivenza?

Vien fatto di rispondere: quello realizzativo, perché il pericolo per la sopravvivenza appartiene al piano della realtà, non delle idee.

Ma nell’universo dell’umano i comportamenti sono spesso determinati dalle immagini costruite dalla mente; sarei quindi propenso a vedere nelle idee i maggiori pericoli per la sopravvivenza, come anche le maggiori speranze di salvezza. E, poiché il mondo delle idee è governato dalla mente –non è chiaro se individuale o collettiva- e le idee governano il mondo (!) ..., se le cose stanno effettivamente così, direi che a essere pericolose per la sopravvivenza sono soprattutto le ideologie. Distinguerei quindi ‘idea’ da ‘ideologia’, riservando a quest’ultima il significato di ‘gabbia di idee’. Formulata in conformità alla domanda, la risposta alla 6a domanda del numero viii suona:
tutti i modelli sociopolitici sono ugualmente pericolosi per la sopravvivenza, non tanto per la loro realizzazione concreta quanto per il loro retroterra ideologico.

[Commento a questo postino: Se, come sembrerebbe da quanto detto, sono le idee più che i fatti a essere un pericolo (mortale) per l’umanità, si qualifica la ‘libertà’ essenzialmente come ‘libertà di pensiero’?].

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