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A questo punto sorge
la domanda: visto che la concreta realizzazione di modelli politico-culturali è
costantemente accompagnata dalla corrispondente ideologia pur senza
identificarsi con essa (quanti cittadini di un tempo si comportavano da
fascisti senza esserlo per convinzione!), è possibile un’educazione che separi
i due momenti? E per i due qual è quello più pericoloso per la sopravvivenza?
Vien fatto di
rispondere: quello realizzativo, perché il pericolo per la sopravvivenza
appartiene al piano della realtà, non delle idee.
Ma nell’universo
dell’umano i comportamenti sono spesso determinati dalle immagini costruite
dalla mente; sarei quindi propenso a vedere nelle idee i maggiori pericoli per
la sopravvivenza, come anche le maggiori speranze di salvezza. E, poiché il
mondo delle idee è governato dalla mente –non è chiaro se individuale o
collettiva- e le idee governano il mondo (!) ..., se le cose stanno
effettivamente così, direi che a essere pericolose per la sopravvivenza sono
soprattutto le ideologie. Distinguerei quindi ‘idea’ da ‘ideologia’, riservando
a quest’ultima il significato di ‘gabbia di idee’. Formulata in conformità alla
domanda, la risposta alla 6a domanda del numero viii suona:
tutti i modelli
sociopolitici sono ugualmente pericolosi per la sopravvivenza, non tanto per la
loro realizzazione concreta quanto per il loro retroterra ideologico.
[Commento a questo postino: Se, come sembrerebbe da quanto detto, sono le idee più che i fatti a essere un
pericolo (mortale) per l’umanità, si qualifica la ‘libertà’ essenzialmente come
‘libertà di pensiero’?].
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