venerdì 6 febbraio 2009

Epistola ai Genovesi

Cari amici del Cantiere musicale, del Conservatorio, di Genova tutta, sapete quanto sono legato a voi, alla vostra straordinaria città, che frequento, pur con interruzioni,dall’ormai lontano 1981. Per me ogni occasione è buona per mettermi in contatto con voi, e così sono ben contento di darvi un saluto sulla vostra rivista. Ma non sarà un saluto musicale, come sarebbe ovvio: da quasi un anno ho smesso di occuparmi di musica perché le mie orecchie si rifiutano di riconoscerla (per loro anche Mozart suona atonale).

Quindi vi parlerò di altre cose. Per esempio di quanto spesso i musicisti –genovesi esclusi– non si occupino di altre cose, convinti ancora, o meglio illusi, di essere dispensati in nome dell’Arte. E' questa una parola che faremmo bene a usare con grande parsimonia perché il minimo abuso la rende insignificante. Un consiglio che i miei 81 anni mi permettono di dare ai giovani e giovanissimi studenti di musica è: anche se avete talento, non limitatevi a coltivare questo solo interesse. La musica non gode più della centralità culturale di un tempo: la seconda metà del secolo scorso, sia per la crisi delle avanguardie che per il dilagare del consumo musicale a basso costo, dovrebbe avervi insegnato a spogliare la musica (e l’arte in genere) di quell’eccesso di idealità che ancora la grava nella mente di molti. Oltretutto, se la musica dovesse tradirvi –come sta facendo con me– sareste in grado di ricambiarla con uguale moneta.

Come alcuni di voi probabilmente sapranno, da molti anni –circa trenta– accanto all’attività di compositore mi sono occupato con pari impegno di formazione generale e delle necessarie premesse filosofiche e epistemologiche. Le risultanze di queste ricerche –condotte in gran parte con il Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale (CMC)– non sono purtroppo ancora pubblicate, salvo sporadiche eccezioni, per la mia inettitudine in tutto ciò che non attiene propriamente al mio lavoro.

Per ovviare a questa inettitudine alcuni gruppi di amici volenterosi hanno deciso di prendersi cura di tutto ciò che mi è capitato di fare in tanti anni di attività. Già nel 2003, proprio qui a Genova, Giorgio De Martino, Patrizia Conti ed Edoardo Lattes hanno pubblicato per la casa editrice Zecchini un volume documentario-critico, l’Utopia possibile, che molto efficacemente inquadra la mia opera di compositore nella più ampia cornice dei mie interessi culturali e metaculturali.

Da qualche mese un secondo gruppo, composto da Claude Cazalè-Berard, Alessandro, Oliver e Fernando, ha preso la decisione di informatizzare il tutto e di curarne la diffusione in rete. Attualmente è in funzione un blog (Il Blog di Boris Porena), che mi sembra assai vivace e interessante.

Questo perché non è incentrato sulla mia persona –non è cioè un blog propagandistico– ma vorrei dire che la prende a pretesto per proporre una discussione aperta sui più diversi argomenti che si offrono oggi alla nostra preoccupata attenzione; dall’ecologia alla sopravivenza, dalla ragione alla teologia, dall’elezione di Obama al concetto di libertà. Spesso questi argomenti sono introdotti da un mio breve testo con funzione, non certo esplicativa, ma di semplice avvio alla discussione. Ancora più spesso l’avvio è dato da citazioni di autori ben noti: Marx, Pasolini, Ungaretti, Thomas Mann, Latouche, Vigée ecc. Il discorso che si sviluppa on line da questi più o meno illustri incipit è non di rado assai ricco e interessante, anche se mi piacerebbe vi fossero coinvolte più persone. Ma, mi dicono, i tempi di diffusione di un discorso on line sono piuttosto lunghi e quanto sin qui raggiunto testimonia già di un buon funzionamento. Stiamo anche collegandoci con altri movimenti e iniziative come la Decrescita felice di Maurizio Pallante, oltre naturalmente il CMC.

Per quanto mi riguarda, confesso la mia pressoché totale estraneità al mondo di Internet e dei computer, cosicché anche nel caso che mi riguarda non posso che restare a guardare ciò che altri fanno per me. Ciononostante e nonostante il mio sopravvenuto divorzio dalla musica, conto di fare inserire nel blog qualche spunto musicale. Prego gli amici musicisti di Genova di intervenire in quell’occasione anche per riaccendere nei più giovani l’interesse per ogni tipo di musica oltre il pop e il rock. Ci si può campare per più di ottant’anni.

Un affettuoso saluto a tutti e a risentirci presto.

Boris Porena

Cantalupo in Sabina, 30-01-09

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