martedì 17 febbraio 2009

Domanda, risposte?

Una fototessera dell'Italia di oggi.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

che tristezza!

Anonimo ha detto...

Bisogna ripartire dal Molise?

Rigobaldo ha detto...

Gentili anonimi,

atteniamoci ai fatti; la prima osservazione è che abbiamo, da un lato, una forza politica oggi egemonica che

a) si presenta chiaramente per quello che è (si potranno porgere molte obiezioni al suo operato, ma certamente non si può negare la chiarezza cristallina attraverso la quale manifesta, dal suo vertice in giù, quali siano le sue priorità e i suoi interessi),

b) riscontra consensi elettorali altrettanto chiari.

Di fronte a questa forza politica, abbiamo un'altra che

c) ha esibito negli ultimi anni un catalogo di confusioni interne a non finire, una volontà meno di zero di operare riforme, un opportunismo ed un'incoerenza che vanno oltre il disgustoso. Dulcis in fundo, ha accolto ed elevato a incarichi ministeriali ad alcuni dei personaggi più nauseanti (ed è molto dire) della politica italiana.

d) di conseguenza, suscita un sospetto fondato: non sarà che in realtà condivide tutti i suoi obiettivi con la forza sopramenzionata, oggi egemonica?

e) come conclusione, raccoglie regolari pedate nel sedere ogniqualvolta si chiede ai cittadini di andare a votare, o quasi.

So che questo non sfiora neanche le possibilità della discussione proposta.

Ma il problema, a parer mio, non risiede nella "alternativa" (vien da ridere) scelta. Il problema sta nel contesto globale (sociale, educativo, intellettuale, istituzionale) entro il quale viene proposta la finta scelta. Trovo sconvolgente non tanto la preferenza per un gruppo piuttosto che altro, quanto la conclamata incapacità della stragrande maggioranza di un paese per riflettere su detto contesto, per rendersi conto che fin quando mancherà tale riflessione, la parola "scelta" rimarrà priva di senso proprio, rimarrà vuota.

Ma alla fin fine è appunto quest'assenza quella che rende interessante parlare di questo fatto in questa sede. Bravi, redattori!

Per rispondere dopo questa lunga introduzione alla domanda specifica: non dal Molise, non da nessun punto geografico, bensì dalla testa di ogni cittadino. Imparando a pensare.

Scettici saluti,

Anonimo ha detto...

Walter Veltroni ha confermato le sue dimissioni da segretario del Pd.... Dall'Ansa

Anonimo ha detto...

Rigobaldo grazie per le tue sempre interessanti parole.
Aggiungo: "..non dal Molise, non da nessun punto geografico, bensì dalla testa di ogni cittadino "... e dal dialogo tra questi!

Anonimo ha detto...

Salve a tutti dal Signor A. ,
Mi trovo d'accordo con Mr. Rigobaldo, se non iniziamo a prenderci le nostre responsabilità, tra le quali pensare, agire e tener collegate le persone, hai voglia ad aspettare un messia dal molise o da qualche altra parte. E' finita l'epoca della culla, bisogna iniziare a camminare con le nostre zampe, tenendoci collegati.
Ad ogni modo nel frattempo sto costruendo nelle ore di lavoro, una barca. Tenterò una fuga via mare nella notte, per il momento pare l'unico posto oltre al molise ad essere 'asessuato'... speriamo di non incontrare della plastica galleggiante.
Un sempre più consumato Signor A.
Il Signor A.

Rigobaldo ha detto...

Gentile V.,

ovvio che mi ci trovo d'accordo. Impossibile non dialogare, quando si pensa vivendo in società. (Diversamente accaderebbe in un eremo, ad esempio se ipotizziamo un uomo venturosamente solo tra gatti).

Ma Lei mo' mi fa pensare -sono lento, sa, e ci impiego del tempo anche per rivoltare un calzino- che forse questa sua osservazione possa essere letta produttivamente anche in sequenza inversa.

Se non si pensa previamente, non c'è dialogo possibile. Detto pensiero sarebbe condizione necessaria (ma soltanto quasi sufficiente: in rigore, la sufficienza verrebbe soltanto raggiunta quando al pensiero previo si aggiungono degli accordi procedimentali per il dialogo, si può dare quasi per scontato che qualsiasi paio di umani pensanti abbia una cospicua possibilità di arrivarci) per il dialogo.

E allora, V. -supponendo che il nostro calzino respiri già dal verso giusto-, cosa sarebbero tanti scambi contemporanei tra essere umani che si rivolgono l'uno all'altro in linguaggio articolato? Ahimé, del quaquaraquà.

Col Suo gentile permesso, mi dò agli altri tre calzini.

Cordialità,

Anonimo ha detto...

...bisogna ripartire dalle persone.
Ma come si può fare se le persone sono oggi educate dalle tette e culi danzanti, dai nani, dagli opportunisti? Qual'è la mappa del nostro attuale sistema di valori, italici? Cosa differenzia chi finge di non vedere da chi vedendo evita di considerare l'esistenza delle cose?
Forse è necessario tornare a considerare sovversivo affermare: 2+2=4. Tornare a Galileo e a Leonardo, a persone che prima di dire una cosa la sperimentavano... a aggiungo il nome di Brecht, con la sua ideologia che si fa, se non realtà, teatro, cioè non semplicemente arte ma opera di condivisione, lavoro produttivo.
In ogni istante le cose possono cambiare, a patto di risvegliarci da un sogno che incantandoci, ci mostra un reale troppo complicato per agire. Esiste un grado di semplificazione necessario per sopravvivere: il giardiniere non conosce tutte le classificazioni della botanica, eppure sa strappare le erbacce e lasciar crescere le piante sane.
Il labirinto è la scusa di chi non sa dove vuole andare: chi va da qualche parte, anche se non lo sa ancora, prima o poi ci arriverà.