- Ieri hai chiuso in modo strano. Dici che dobbiamo imparare a chiedere e a capire le risposte. Ma che c'è da imparare, da capire?
- Io invece credo che per fare una buona domanda bisogna già avere le idee abbastanza chiare…
- Hai ragione, ma allora non c’è più bisogno di domandare!
- Se hai imparato ad ascoltare, ti accorgi che in ogni risposta c’è qualcosa di nuovo, che non avevi previsto.
- Già, perché chi ti risponde non ha lo stesso cervello tuo e pensa diversamente da te.
- Perché, i cervelli non sono tutti uguali?
- All’inizio non so; ma, dopo, in ciascuno sono entrate impressioni diverse, immagini, suoni diversi, e tutti pensiamo diversamente.
- Meno male! se non fosse così, sai che noia: pensare tutti allo stesso modo!
- Ma a scuola, vogliono che alle loro domande diamo le stesse risposte!
- Sembra che un tempo fosse così: le cose da sapere erano le stesse per tutti…
- … ma quelle che pensiamo sono diverse!
- … ma di quelle la scuola non si interessa.
- Mi sembra che la scuola non la conoscete! Da noi ci chiedono il nostro parere su tutto.
- Anche da noi era così, alle elementari. Poi, alle medie, conta solo il parere degli insegnanti o quello che c’è scritto sul libro.
- Forse bisognerebbe girare la scuola a capa sotto…
- Ma le cose che studiamo adesso sono troppo complicate per poterle pensare da soli.
- Giusto, e più si va avanti, più saranno complicate…
- … ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a pensare colla nostra testa…
- E neppure che il pensiero nostro sia da buttar via!
- Un conto sono le cose che io sono già state pensate e che è giusto che le impariamo, un altro quelle che pensa ognuno di noi e magari sono più semplici ma non più stupide.
- Non credo nemmeno che siano per forza più semplici; sono meno ‘specialistiche’.
- Che vuoi dire?
- Non sono come le potenze o le radici in matematica, ma sono come 1 + 1, che è più fondamentale, e se non l’hai capito bene, tutta la matematica fa a farsi friggere!
venerdì 12 agosto 2011
Come salvare l'umanità (minidialogo 5)
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