Clapham Junction, 8 Agosto 2011
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[Un gruppo di ragazzini -età tra i 9 e i 13 anni- si incontra quotidianamente a discutere questo problema. Noi seguiremo per qualche tempo le loro discussioni.]
- Per me al mondo ci sono troppi poveri che non hanno neppure da mangiare.
- Per me invece ci sono troppi ricchi che si mangiano tutto quello che c’è da mangiare.
- Basterebbe che ogni ricco desse ai poveri la metà della sua ricchezza e tutti sarebbero contenti.
- La fai facile tu! Il ricco per esempio non è detto che abbia i soldi in tasca, potrebbe averli sotto forma di palazzi di terreni, e che dovrebbe farne? dare a ogni povero di sua conoscenza un pezzo di terreno o di palazzo?
- Ora sei tu che semplifichi le cose. Possedere un palazzo o un terreno non vuol dire che ci puoi fare quello che vuoi. In genere li avrai affittati a qualcuno e anche quel qualcuno ha i suoi diritti.
- Invece di dare ai poveri metà dei suoi beni, che quelli non saprebbero neppure che farci, metà del reddito che ne ricavano… lo sapete cos’è il ‘reddito’?
- Sì, i soldi che ti dà ogni mese quello che abita in un tuo appartamento…
- … o, se hai una fabbrica, i soldi che guadagni vendendo i prodotti della tua fabbrica.
- Ma non sei tu che li fabbrichi, sono gli operai…
- … ma io li pago.
- E non sei neppure tu che li vendi.
- Io li vendo tutti assieme a un venditore…
- … che a sua volta li vende a chi ne ha bisogno.
- E tutti vogliono guadagnarci, giustamente… ma ognuno un poco più di quanto gli serve per campare…
- … e l’ultimo paga per tutti: ed ecco il ‘povero’!
- Allora secondo te sono i poveri che danno da mangiare ai ricchi?
- In un certo senso è proprio così. Alla fine è il lavoro dell’ultimo che tiene in piedi la baracca.
- Non mi sembra giusto!
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