- Quindi, voi ritenete che, per salvare noi stessi, dobbiamo cominciare col salvare il nostro pianeta?
- E da chi?
- Da noi stessi, dalla nostra azione distruttrice.
- Però per farlo dovremmo essere tutti d’accordo, e non lo siamo.
- E come può essere che non lo siamo? Dovrebbe essere interesse di tutti conservare in buon ordine la casa che, oltre a ospitarci, ci dà anche da vivere.
- Molti non credono nella nostra casa e noi stessi siamo in pericolo.
- Eppure i sintomi sono evidenti!...
- … per chi li vede…
- … e noi vediamo solo ciò che vogliamo vedere.
- Non sono gli occhi a vedere. Quelli non fanno che fornire delle immagini, che da sole non significano nulla, se non c’è un cervello che le interpreta.
- È così anche per gli animali?
- Certamente, ma il loro cervello li inganna molto meno che noi il nostro…
- Ma che dici? Noi siamo molto più intelligenti degli animali!
- Sappiamo forse ragionare meglio, ma un conto è ‘ragionare’, un altro è ‘capire’. Abbiamo ragionato per millenni sul moto degli astri e l’abbiamo capito solo ora.
- E chi ti dice che l’abbiamo capito?
- Gli astronomi!
- Ma quelli c’erano anche prima e si sbagliavano.
- Può darsi che si sbaglino anche oggi!
- Che agenzia ci dànno sul fatto di avere ragione?
- Nessuna di più che non avessimo ieri!
- Certo che ce l’hanno! Gli strumenti di osservazione, che sono molto più potenti di quelli di ieri…
- … ma molto meno di quelli di domani.
- Ragazzi, così non si va da nessuna parte! Stiamo sempre parlando di ciò che vediamo, osserviamo con o senza strumenti, non di ciò che capiamo col cervello. Questo capiva questo, con i dati che possedeva.
- Adesso sono io a non capire! Secondo voi c’è una verità per ogni insieme di dati, per me c’è una sola verità e si tratta di andarci il più vicino possibile.
martedì 23 agosto 2011
Come salvare la terra (dialogo 4)
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