- Ieri è stato detto da qualcuno che la sopravvivenza non dipende da noi, ma dalle nostre culture.
- Quindi non da una in particolare, ma da tutte. Questo vuol dire, per chi pensa così
– o che è il concetto stesso di ‘cultura’ a non funzionare.
- Forse c’è una terza interpretazione possibile: che tutte le culture possano funzionare a patto di non essere considerate l’unica buona, tanto da imporla agli altri.
- Non credo che la condizione sia sufficiente. Può darsi il caso che una cultura sia più adatta di un’altra a risolvere i problemi del momento…
- … ma chi dovrebbe decidere che è così?
- In democrazia decide la maggioranza.
- E se la maggioranza, come tante volte è accaduto, fa una scelta che poi si dimostra sbagliata?
- Occorrono dei meccanismi correttivi…
- … che però dovrebbero scattare in tempo utile…
- … utile per che cosa?
- Per prevenire una catastrofe.
- Il guaio è che non sappiamo quando scade questo ‘tempo utile’.
- E ci sono molte forze economiche e politiche che speculano su questa incertezza per fare gli affari loro.
- Che vuoi dire?
- Che per esempio un gruppo di potere abbastanza forte riesca a convincere una popolazione impreparata che il suo modello di sviluppo è il migliore, il ‘tempo utile’ per prevenire una catastrofe tende a contrarsi fino a sparire.
- Alludi al comunismo?
- No, quello si è fatto da parte giusto in tempo. Alludo al capitalismo, che invece imperversa come non mai.
- Perché dici ‘imperversa’, se conviene a tutti?
- Chiedilo agli africani, alle popolazioni povere dell’Asia, dell’America meridionale e oggi anche ai lavoratori europei e nordamericani che in numero crescente perdono il posto di lavoro.
- Ma allora? Comunismo no, capitalismo nemmeno…
- La specie umana manca di fantasia?
- Forse qualcosa le impedisce di esercitarla.
- E che cosa?
- La banalità del welfare.
Nessun commento:
Posta un commento