domenica 14 agosto 2016

Tratta XXXIX.5 – … che ci costringa a ripensare tutto il pacchetto…



[Dialogante 2] In definitiva stai dando la colpa del dissesto biologico in cui viviamo alla cultura, di cui noi uomini andiamo così orgogliosi… 
[Dialogante 1] … e a cui dobbiamo la rapidità del progresso che ci sta conducendo alla fine.
[Dialogante 2] Pur essendo io d’accordo con questa diagnosi, vedo nella cultura l’unica forza che possa farci cambiare rotta. 
[Dialogante 1] Sì, se saprà anche riconoscersi in questo suo aspetto distruttivo, se cioè saprà riflettere su se stessa metaculturalmente, quasi uscendo momentaneamente dalla condizione culturale…
[Dialogante 2] … ma questo, almeno secondo IMC, è impossibile… 
[Dialogante 1] … e per questo ho detto ‘quasi’.
[Dialogante 2] E come pensi ci possa riuscire? 
[Dialogante 1] Appunto autoriflessivamente e relativizzando ogni tappa del suo percorso.
[Dialogante 2] Cioè? 
[Dialogante 1] Evitando di considerarle punto di arrivo, ultima soluzione del problema.
[Dialogante 2] Scusa, ma vedo due possibili direzioni: 
1. da un lato parli di una ‘momentanea’ uscita dalla condizione culturale mentre prevedi un percorso a infinite tappe, 
2. se le tappe sono infinite, non riusciremo mai a percorrerle tutte.
[Dialogante 1] Ad ambedue le direzioni rispondiamo con il concetto di ‘arresto’, che conosci benissimo, ragion per cui che ritengo solo ‘didattiche’ le tue obiezioni.
[Dialogante 2] Ogni tanto abbiamo bisogno anche noi di rinforzarci a vicenda sulla nostra ipotesi, IMC, in quanto è ancora prematuro che un rinforzo possa giungerci dall’esterno.

[Dialogante 1] Comunque, dopo tanti anni un rinforzo non sarebbe male che ci raggiungesse, magari anche negativo, che ci costringa a ripensare tutto il pacchetto, a cominciare dall’ipotesi fondante.

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