martedì 30 agosto 2016

Tratta XL.3 – …'modello comportamentale'…


[Dialogante 1]  E che dire degli ‘scandali berlusconiani’?
[Dialogante 2]  A dire il vero sono assai poco interessato. Anche gli aspetti ‘morali’ del suo comportamento non mi sembrano siano argomenti degni di particolare attenzione, non fosse che per il fatto che siamo costretti tutti i giorni a leggerne sui giornali, a sentirne i resoconti televisivi.
[Dialogante 1]  Però se ne occupa anche, e insistentemente, la stampa straniera.
[Dialogante 2]  Questo è effettivamente un punto su cui riflettere. Che l’Italia interessi il mondo soprattutto per questioni di escort, di spiritosaggini del nostro premier – del tutto sprovvisto, oltretutto, di senso dell’umorismo – è cosa che dovrebbe occuparci, e non tanto per la cosa in sé, ma perché vuol dire che non rappresentiamo più null’altro su cui valga la pena di soffermarsi.
[Dialogante 1]  Non credo neppure io sia la futilità degli argomenti a far occupare le colonne dei giornali o le rubriche dei notiziari televisivi. È piuttosto lo scadimento qualitativo delle nostre agenzie d’informazione a incuriosire ma anche a preoccupare il lettore straniero, consapevole del fatto che la nostra presenza – non secondaria – nell’Unione Europea potrebbe, se l’Italia non fosse più in grado di mantenere la sua posizione, essere un pericoloso fattore di instabilità per tutte le nazioni collegate.
[Dialogante 2]  E la funzione di ‘modello comportamentale’ che, volere o no, inerisce a ogni carica pubblica?
[Dialogante 1]  Non credo che questa funzione si eserciti fuori dai confini nazionali, credo però che essa sia abbastanza forte al loro interno. “Se c’è riuscito lui, o può permetterselo, non vedo perché non posso anch’io.” È un modo di pensare primitivo, che poi agisce ancora nelle nostre menti, acculturate si, ma non per contrastare questo primitivismo di comodo.

[Dialogante 2]  C’è poi il fatto principale: che nell’elenco presentato al primo paragrafo di questa sestina, Berlusconi non è più competente di te e me, né è in grado di sopperire con l’intelligenza alle sue macroscopiche incompetenze.

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