sabato 13 agosto 2016

Tratta XXXIX.4 – … passa da una generazione all’altra.


[Dialogante 1]  No, i poveri coleotteri – e i molti altri insetti – se ne vanno senza aver capito neanche il perché. Le cellule ‘per capire’ si sono sviluppate in altri animali e non in loro.
[Dialogante 2]  Così almeno pensiamo noi, che ci reputiamo gli unici capaci di capire veramente…
[Dialogante 1]  mentre ci accorgiamo ad ogni passo che al passo precedente non avevamo capito niente e bisognava ripensare il tutto.
[Dialogante 2]  Gli animali invece, piccoli o grandi, hanno capito tutto quello che gli serviva di capire e del resto non si preoccupano.
[Dialogante 1]  Li diremmo ‘saggi’ per questo?
[Dialogante 2]  La saggezza è una prerogativa di chi saggio non era ma ci è diventato…
[Dialogante 1]  … e gli animali, per sopravvivere, hanno dovuto esserlo fin dall’inizio, e quindi dovremmo trovare per loro un altro aggettivo…
[Dialogante 2]  … per esempio ‘adattato’?
[Dialogante 1]  Ma è molto strano che uno nasca ‘adattato’ piuttosto che adattarsi un po’ alla volta.
[Dialogante 2]  Forse il processo di adattamento non è individuale ma riguarda tutta la specie.
[Dialogante 1]  Vuol dire che l’informazione necessaria per adattarsi passa da una generazione all’altra.
[Dialogante 2]  Intravedo due vie: o questa informazione viene ‘comunicata’ dagli individui di una generazione a quelli della successiva, come facciamo noi uomini, o viene ‘trasmessa’ per via genetica, cioè viene ricevuta misteriosamente alla nascita, come viene ricevuto il colore degli occhi o la forma del piede.
[Dialogante 1]  In quest’ultimo caso credo che l’adattamento sia molto più lento perché il passaggio dell’informazione richiede molto più tempo, il tempo che passi l’intera generazione che la trasporta.
[Dialogante 1]  Quindi intravedo un conflitto tra le due modalità di trasmissione, e alla lunga uno squilibrio in chi usufruisce di tutt’e due, cioè nella specie umana sopratutto…
[Dialogante 1]  … che però è in grado, grazie alla trasmissione inter-individuale, cioè ‘culturale’ di destabilizzare tutto il sistema biologico del pianeta.


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