giovedì 11 agosto 2016

Tratta XXXIX.2 – … farci pagare d’un sol colpo…



[Dialogante 1]  Anche per gli insetti, come per i mammiferi e gli uccelli, non è tanto l’intervento diretto dell’uomo a provocarne la rapida scomparsa, quanto la sola sua presenza. Le dimensioni dell’uomo di oggi non sono solo lo spazio fisico occupato dal suo corpo, ma quello da lui richiesto per la sua attività e per il suo welfare (per quelli che ne beneficiano). L’animale si contenta in genere da quello da lui occupato dal momento, anche se con la sua territorialità tende a espanderlo virtualmente a danno dei suoi cospecifici e talora anche di specie conviventi. Nell’uomo la territorialità si riveste di ideologia (patria, nazione, razza, religione) che lo porta ad assolutizzare questa sua biologica tendenza e a corredarla di strumenti atti a darle una concretezza ben aldilà di ciò che basterebbe a soddisfarla.
[Dialogante 2]  E non è l’unica tendenza prevaricatrice della specie umana. Ce n’è un’altra, assai più forte e pericolosa, ed è la tendenza a occupare il tempo, quello passato attraverso le rivendicazioni, quello futuro con la progettazione. Nell’animale la progettazione, anche se si proietta nel futuro, lo fa entro limiti che potremmo chiamare di un presente allargato. L’uomo ha bisogno – o almeno si comporta come se avesse bisogno – di uno spazio-tempo infinito, e così dicendo e facendo lo toglie ai suoi conviventi. L’effetto è ovviamente di accumulo perché le esigenze di ieri si assommano a quelle di oggi e domani, fino a superare di molto la generosità del pianeta.
[Dialogante 1]  Non è difficile rendersi conto di questo fatto, che oltretutto ci viene illustrato, si può dire ogni giorno, con dovizia di argomenti. Ciò nonostante continuiamo a far finta che ciò che vediamo e sentiamo siano storie di alieni, abitanti di un mondo che non è più il nostro, posto che lo sia mai stato. Se Dio vuole – e lo vuole sicuramente per i suoi figli prediletti – oggi abbiamo a difenderci la tecnologia, capace di restaurare il pianeta di ogni falla prodotto dall’inarrestabile progresso. Già ora la terra è un reperto archeologico esteriormente rattoppato alla bell’e meglio. Un giorno potrebbe risvegliarsi il suo interno e farci pagare d’un sol colpo tutti i lavori di restauro.


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