Inherently Powerful, Unexpectedly Sweet, del fotografo Said Ehrlich
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Sono troppi i privilegi, economici e di prestigio, legati al ‘politico
di professione’ per non farne una figura di spicco della società, mentre la
semplice qualifica di ‘politico’ spetta a tutti gli individui della specie homo sapiens. Una qualifica, questa, cui
tuttavia corrispondono delle responsabilità che per molti di noi sono troppo
gravose da essere sopportate. Quindi preferiamo di gran lunga delegarle a quei
professionisti, che dal canto loro sono ben lieti di farsene carico perché
diamo loro mano libera sul come. Al cittadino comune non resta quindi che
l’incombenza, assai meno gravosa, di scegliere chi sceglierà per lui e, se
queste scelte non saranno di suo gusto, il cittadino si riserva il diritto di
revocargli la delega e di passarla a un altro. Il tutto secondo regole che,
anche queste, vengono decise da cittadini nominati allo scopo. La complessità
di questo meccanismo, assai superiore a quanto
qui descritto, è chiaro che si presta a infinite letture differenti, ciascuna
delle quali giudicata illegittima dagli altri lettori, anche a prescindere
dalle altre altrettanto numerose occasioni di rimescolare le carte in tavola,
non si vede come un sistema siffatto possa portare a un’affidabile operatività
concreta. Eppure niente di meglio si è trovato in millenni di tentativi in ogni
parte del mondo. Lo chiamano democrazia,
governo del popolo, quando il concetto stesso di ‘popolo’ tutto è meno che
definibile in modo convincente. Non ci resta perciò che contentarci di quel che
abbiamo e cercare di farlo funzionare al meglio. Ed è proprio ciò che non facciamo
quando –ed è il caso più frequente- applichiamo questo meccanismo alla
quotidianità, dove risultano assai più efficaci e redditizi, soprattutto per il
singolo, altri modelli, quanto mai lontani da quello democratico. Non solo
quindi abbiamo smesso di cercare al di là del modello democratico
rappresentativo, ma non abbiamo neppure sondato tutte le possibilità di questo.
E perché non l’abbiamo fatto? Appunto per la sua intrinseca debolezza, per
l’invasione dell’ io nella compagine
del noi, per il potere disgregante di quello che
nei confronti di questo, ovvero per l’incapacità dei molti di desistere al
potere attrattivo dell’uno.
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