Il combattimento, di Edward Hart
[507]
Di che cosa parlano
allora se non di politica quelli che dicono di parlar di politica? Di crescita
economica, di progresso materiale, di guadagno, di benessere, il tutto riferito
soprattutto a se stessi, alla propria situazione locale. Il benessere di una
popolazione andina o centroafricana ci importa
assai meno, possiamo addirittura dire che il coinvolgimento diminuisce con il
quadrato della distanza, e, se fingiamo una partecipazione maggiore, o è per
altro tipo di interessi o per ipocrisia. Del pari risulta spesso fastidioso il
continuo richiamo al ‘popolo’ (sovrano) e alla sua ‘volontà’, espressi nelle
forme alquanto disturbate delle votazioni e condizionate dalle voci più forti e
promettenti. Nulla di ciò può dirsi ‘politica’, se non in un senso fortemente
degradato.
La stessa locuzione
‘lotta politica’, segnala una distorsione di senso che ci allontana da quello
che dovrebbe essere il significato primo del termine in questione. Perché
‘lotta’ e non ‘confronto’ o meglio ‘analisi’, ‘riflessione’? Difficilmente
diremmo guerra una divergenza tra correnti filosofiche o ipotesi scientifiche;
lo diciamo però –e non ci limitiamo a dirlo– tra religioni, anche per piccole
varianti, o meglio che appaiano piccole a chi non se ne fa un’arma
offensivo-difensiva. E perché questa differenza di valutazione? Per
l’associazione con il potere, non
solo ideologico ma anche effettivo, materiale. La politica non include
necessariamente l’idea di ‘potere’, anzi delimita piuttosto un’area dove la
differenza venga trattata dialetticamente con esclusione della forza. Una
politica che porti allo scontro non è, non dovrebbe essere considerata una
‘buona politica’, in quanto non fa altro che aggiungere danno al danno. Forse,
finché abitavamo luoghi che si pensavano distanti l’uno dall’altro poteva avere
un senso, grettamente egoistico, mirare a una posizione di privilegio per sé o
per il proprio gruppo di appartenenza. Oggi che abbiamo conosciuto l’infinita
piccolezza della terra è quasi ridicolo lottare per una qualche supremazia vuoi
economica vuoi culturale, e la politica farebbe a occuparsi del benessere di
tutti nella misura compatibile con le nostre aspettative di vita.
Nessun commento:
Posta un commento